Romairone: «Ritrovare Castori è un piacere»

Il direttore sportivo del Carpi: «E' stato mio allenatore nel 2000, abbiamo vinto un campionato insieme a Lanciano con una bella impresa»
Romairone: «Ritrovare Castori è un piacere»
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CARPI - Presentazione ufficiale per Giancarlo Romairone, il nuovo direttore sportivo del Carpi che ha preso il posto di Sogliano. "Ritengo questa una grande opportunità. Al tempo stesso c’è un lavoro da fare, che dovrà premiare una squadra ed un ambiente nella sua totalità", ha detto in apertura l'ex Spezia. "Sono appena arrivato, ho già iniziato a vedere qualcosa, ma in maniera marginale. Al riscontro di tutto quello che potrò capire e che mi sarà riportato, farò le valutazioni opportune. Ho bisogno di vedere come è la situazione. Non è il momento di parlare di mercato, ma di cercare di capire se i valori che oggi ha il Carpi possano essere una buona base di partenza. Ognuno di noi deve dare le risposte attese e fare il meglio di sé. Mi auguro che una ritrovata compattezza ed una mentalità più serena possano risvegliare e ristabilire dei valori che, spero, siano un buon punto di partenza”.

RAPPORTO CON CASTORI - "Ritrovarlo è per me un grande piacere. E’ stato mio allenatore nel 2000, abbiamo vinto un campionato insieme a Lanciano con una bella impresa. Ho mantenuto i contatti anche negli anni successivi perché è rimasto un ottimo feeling tra noi due. L’anno scorso ho seguito molto spesso le partite del Carpi, quindi ho anche avuto modo di stimolarlo e di avere un contatto diretto già da allora. Ho ritrovato la stessa persona, anche migliorata, e con la stessa carica di quindici anni fa”.

CONTATTO CON LA SQUADRA - "Oggi è stato un incontro rapido perché il mio lavoro inizierà, in maniera vera e propria, la settimana prossima. Cercherò di capire, di parlare, perché a me piace essere sempre vicino alla squadra. Ho giocato per 18 anni, quindi credo di poter percepire quello che pensa un calciatore perché sono le stesse cose che pensavo io tanti anni fa. Alla squadra ho detto poche parole perché quello che conta è il campo, quindi bisogna correre più degli avversari. Spazio per le parole deve essercene il meno possibile”.


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