Chievo, favola a misura di Serie A

Ecco le nozze d'argento di Campedelli, la frazione di Verona e quel sogno realizzato tra le big
Chievo, favola a misura di Serie A© ANSA
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VERONA - Quartiere, non frazione. Meglio mettere la sottolineatura anche sui dettagli apparenti: il Chievo, negli anni, si è fatto rispettare e con la periferia calcistica c'entra davvero poco. Semmai assomiglia all'epicentro di una favola pallonara che è sempre il caso di rinfrescare. E che viene tramandata con buona pace di chi deve accontentarsi di rimanere sospeso. Il ricordo di uno scudetto vinto aveva già smesso di permeare l'aria cittadina a Verona – l'Hellas accende ancora la passione ma, negli ultimi vent'anni, tra le due squadre non c'è confronto – quando la cosiddetta società della Diga, proprio in relazione al fiume, gettava le basi per scalare ogni vetta. In tutto questo, Luca Campedelli ha appena festeggiato le nozze d'argento da presidente del Chievo.

Parla Marchegiani

PUNTE D'EUROPA - La patente di squadra a misura di serie A, il Chievo l'ha ottenuta da un pezzo. Per il certificato di garanzia, basta affidarsi a uno come Maran: il 26 ottobre di tre anni fa, l'allenatore esordiva sulla panchina del Chievo. Ricorrenza santificata da una settimana in cui si è vinto il derby, e festeggiato il 49esimo compleanno del presidente Campedelli. Un modo come un altro per riallacciare il filo con la storia, se è vero che Rolando Maran è stato il capitano del Chievo lungo nove anni – dal 1986 al '95 – da giocatore con tanto di promozioni dalla C2 alla B. Furoreggiava già all'epoca, la squadra che il calcio professionistico tolse allo storico campo parrocchiale, il Bottagisio, ora divenuto una struttura all'avanguardia e polifunzionale. Lineare, il Chievo di Maran lo è sempre stato. Con punte da Europa League, il sogno che nei tempi d'oro è divenuto reale, oltre allo sfizio di un preliminare Champions nel 2006. A proposito, tra gli eroi di Berlino c'era gente dal passato a tinte gialloblù: Barzagli, Barone e un Perrotta che dopo aver baciato la coppa ha preso il telefonino e digitato una frase. «Se sono campione del mondo lo devo a lei. Grazie mister...». Il destinatario del messaggio era Gigi Del Neri, l'allenatore col baffo d'ordinanza e la sciarpa gialloblù al collo che al Chievo ha timbrato prodigi col suo calcio sbarazzino.

Quel calcio che fa la differenza

SOLIDITA' - Da quel 2001, la storia non è cambiata, in fatto di solidità. La nuova scommessa con sé stessi, è di salvarsi poggiando su un gruppo di ultra-trentenni totalmente adeguato alla missione. Per qualche immediata conferma, chiedere a Sergio Pellissier: bomber in servizio permanente effettivo che, a quasi 39 anni, ha appena risolto un derby. Il primo valdostano a mettere piede in serie A, avrebbe cominciato a distribuire reti l'anno dopo: adesso divide il podio dei centenari del gol con Quagliarella e Pazzini. Non siamo nemmeno a metà autunno e, senza correre troppo, già si può intravedere la salvezza del Chievo. L'ennesima con vista sul campionato che sarebbe il 17esimo in serie A. Meglio non dirlo a Campedelli, scaramantico com'è...

Sky Sport


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