Chievo, parla Marchegiani: «Club preparato, un progetto sereno e che bravo Maran!»

Il commento di una delle voci più apprezzate del calcio su Sky
Chievo, parla Marchegiani: «Club preparato, un progetto sereno e che bravo Maran!»© ANSA
Francesca Fanelli
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ROMA - Ogni favola è un gioco e anche di più. La pensano sicuramente così quelli del Chievo. Dalla promozione in Serie A di anni ne sono passati diversi e la frase del presidente Campedelli quel 4 giugno 2001: «Per me è come se fosse un sogno, quando mi sveglierò vi saprò dire», alla luce della strada percorsa suona come una bella profezia. I gialloblù della frazione di Verona si sono ritagliati un posto che conta e non è solo al sole. «Credo sia semplice - dice Luca Marchegiani, uno dei talent più apprezzati del calcio su Sky in condominio tra la Serie A e la Casa della B che condivide con Diletta Leotta e Gianluca Di Marzio - alla base hanno competenza e snellezza. Sono in pochi ma sanno cosa devono fare, come gestire una società di A. E’ un processo virtuoso, applicato con il massimo risultato nel loro caso. Chievo è un quartiere di Verona e non ha l’enorme apporto di pubblico che hanno altri club, quindi fa tutto da solo, a piccoli passi ma con idee chiare. La scelta dell’allenatore, per esempio, viene prima di ogni altra cosa, ed è importante, non perché il tecnico diventi centrale rispetto ai giocatori, ma perché al momento di partire il club decide il profilo più giusto peril parco giocatori che possiede, in sintonia con la filosofia della società e con gli obiettivi». Già, è un segreto facile facile. Perché alle volte nella chiarezza e nella semplicità è contenuta la giusta via. Aggiunge Marchegiani: «Infatti adesso nessuno mette in discussione la presenza del Chievo in A, è quello il suo campionato, appartiene a quel gruppo, poi ci può essere una annata storta o una in cui si soffra più del dovuto, ma il suo habitat è quello, in virtù del percorso fatto in questi ultimi anni. E’ un gruppo ormai consolidato».

PROGETTI E METODI - Da qualsiasi lato la si legga la favola del Chievo ha connotazioni positive. «Ci sono meno pressioni rispetto ad altri posti, è sicuramente il rovescio della medaglia in positivo, nel senso che si ha più autonomia, non si è condizionati e si può portare avanti un certo tipo di discorso, di lavoro, stabilito a inizio stagione senza dover far fronte alle critiche, senza operazioni mediatiche, e questo deve far riflettere...». E poi se capita di vincere - un altro sogno nel sogno - il derby battendo il Verona e poi di perdere contro il Milan, pazienza. I processi non sono di questi quartieri: «Mi ha sorpreso, lo devo confessare, non mi aspettavo un risultato così. Forse è una partita arrivata troppo presto, sono mancate le energie positive che la sfida con il Verona aveva portato via. Ma il campionato è appena all’inizio, Maran sta facendo un gran lavoro, è bravo, e anche la convocazione di Inglese è un attestato di stima dal calcio nazionale, ha un suo peso specifico, di crescita. Il Chievo potrebbe anche osare e cercare un piazzamento importante a ridosso della zona che vale l’Europa».

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