Serie A Inter, Icardi: «La non esultanza l'ho decisa col procuratore»

L'attaccante dell'Inter spiega così la sua scelta di non festeggiare la doppietta di domenica scorsa contro il Palermo
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ROMA - Mauro Icardi spiega così, ai microfoni di Sky Sport, la decisione di non esultare in occasione dei due gol realizzati contro il Palermo domenica scorsa: «La mancata esultanza dopo il gol al Palermo l'ho decisa assieme al mio procuratore. Pace con i tifosi? Quando sono uscito abbiamo fatto chiarezza, erano arrabbiati loro, eravamo arrabbiati noi. È stato un incontro e basta».

RINNOVO - L'attaccante argentino ha chiarito anche la questione per il rinnovo del contratto. «Io faccio quello che mi chiede il mio procuratore, se lui viene qua e dice che c’è il rinnovo pronto, lo facciamo, va bene, a posto. Se no, continuo a fare quello che devo fare, a giocare e sono anche tranquillo. Il mio procuratore mi ha detto che la trattativa va bene, che ha parlato con Ausilio, con sui si sente spesso e mi ha detto che è a un buon punto». 

FUTURO - «Se mi chiama Mourinho? Sinceramente, a me non mi chiamerà di sicuro. Se chiama, deve chiamare Ausilio, che è colui che sistema le cose». 

MOMENTO INTER - «La consapevolezza - ha concluso Icardi - è che sto facendo bene, questo è quello che voglio. Voglio fare una grande stagione, come avevo detto già ad inizio anno, con la fiducia che mi aveva dato Mazzarri nel mettermi dall’inizio in tutte le partite. Adesso Mancini mi fa giocare spesso ed io ripago con i gol, che è quello che deve fare un attaccante ed è come la penso io. Adesso non è l’Inter che è stata sempre, tra i giocatori che sono qua nessuno ha vinto niente e penso che quello che vogliamo tutti è vincere l’Europa League. È vero che in difesa un po’ ci rilassiamo, dobbiamo essere più cattivi, tutti e undici in campo, provare a non subire gol, perché sappiamo, per come giochiamo noi, che i gol li possiamo fare. Se non prendi gol, poi, è più facile vincere le partite».


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