Inter, Icardi esclusivo: «Ora voglio lo scudetto»

«Non mi accontento mai, fa parte del mio carattere. Non mi basta essere capocannoniere. Ibrahimovic all’Inter? Lui è un top player»
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Andrea Ramazzotti
3 min

RISCONE - Un anno fa, sulla panchina del campo di Pinzolo, Mauro Icardi ci raccontava il suo sogno di diventare capocannoniere e di vincere con l’Inter. «Mi ricordo quell’intervista... Mi ha portato fortuna? Magari è così, ma io non mi accontento mai. E’ il mio carattere... Dopo la classifica dei cannonieri adesso voglio lo scudetto» ha ammesso accennando un sorriso, mentre i compagni disputavano la partitella di fine seduta. Il bomber argentino ieri era fermo per un affaticamento muscolare, ma il leggero problema fisico non gli ha fatto perdere il buon umore. Maurito è (e si sente) al centro del pianeta nerazzurro: è il punto di riferimento dell’attacco, un elemento sempre più apprezzato nello spogliatoio e un vero idolo per i tifosi che comprano numerosi la maglia numero 9. Ha 22 anni, ma ne dimostra molti di più. Non solo in campo, ma anche durante la nostra chiacchierata nella quale ha parlato di tutto, dalle sue ambizioni al rapporto inesistente con il “nemico” Maxi Lopez, dalla stima per Leo Messi alla voglia di segnare ancora alla Juventus, il suo bersaglio preferito, passando per il numero di cellulari che porta con sé. «Prima ne avevo cinque, ora uno solo. Anzi, due perché uno lo uso solo per i videogiochi». Il segno dei tempi che cambiano...

Icardi, come ci si sente ad iniziare una stagione dopo aver vinto il titolo di capocannoniere?

«Per me non è un peso. Sinceramente io voglio fare sempre bene le cose. Un anno fa non mi aspettavo di segnare 22 gol, ma ammetto che speravo di arrivare oltre quota 20. Non l’ho mai detto non per scaramanzia, ma perché non mi piace parlare troppo: nel calcio e nella vita contano i fatti».

Quando ha capito che avrebbe potuto vincere la classifica dei bomber?

«All’ultima giornata perché Toni ha sempre segnato, anche contro la Juventus. Quando sono sceso in campo contro l’Empoli sapevo che mi servivano due reti per agganciarlo e i miei compagni mi hanno aiutato. Li ringrazio perché arrivare primo a parimerito con un grande attaccante come Toni è stato bellissimo».

Dopo il titolo di capocannoniere è arrivato anche il rinnovo del contratto.

«Non sono due eventi collegati perché del prolungamento del mio contratto stavamo parlando da un po’ di tempo. La firma è arrivata a fine campionato, quando avevo la testa un po’ più sgombra dagli impegni del campo, ma la mia volontà è sempre stata chiara: volevo restare all’Inter e sono stato accontentato. Ora il club e io siamo entrambi soddisfatti».

A lei si sono interessati l’Atletico Madrid, il City e altri top club inglesi. Ha mai pensato di lasciare l’Inter?

«Sinceramente no. Sentivo le voci di altre società che mi volevano, ma fin dal primo momento ho dato la mia totale disponibilità a restare qui. Ho fatto una scelta precisa quando dalla Sampdoria ho deciso di firmare per l’Inter: potevo andare in altre squadre, ma volevo la maglia nerazzurra perché per me era ed è il top. La mia famiglia e io stiamo bene a Milano e sinceramente non volevo niente di diverso rispetto al rinnovo del contratto».

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