Mancini: «Se lascio l'Inter, sto a casa»

Il tecnico alla vigilia della gara contro l'Udinese ha parlato del suo futuro e di mercato: "Abbiamo una struttura. Meglio non cedere i migliori e comprare solo 1-2 campioni"
Mancini: «Se lascio l'Inter, sto a casa»© ANSA
Andrea Ramazzotti
6 min

INVIATO AD APPIANO - Roberto Mancini resterà all'Inter e, se questo non dovesse succedere, non andrà in nessuna squadra, ma resterà a casa. Nella conferenza stampa precedente a Inter-Udinese il tecnico è tornato a parlare del suo futuro.

Mancini, dopo la sconfitta di mercoledì è finita la rincorsa alla Champions?
Aspettiamo e vediamo quello che sarà il 15 maggio, poi tireremo le somme. Poi capiremo da dove ripartire.

Il problema è quello del gol? 44 gol segnati sono troppi pochi?
Sicuramente è il nostro problema maggiore e anche quando siamo stati in testa, vincevamo spesso 1-0. I gol che abbiamo fatto sono pochi.



Perché l’Inter segna poco? E’ solo un problema di mira?
Il calcio è questo. A volte pensi delle cose, dai per scontato una cosa che però non accade. Non avremmo mai pensato che Jovetic, Ljajic e Palacio avessero segnato così poco. Il calcio è strano a volte. Dobbiamo lavorare di più: lo scorso anno dicevamo che dovevamo concedere meno e ci siamo riusciti. Adesso dobbiamo migliorare in zona gol perché non è possibile che ci siano 15-20 gol di differenza rispetto a chi è davanti e anche con chi è dietro. Abbiamo preso Eder a gennaio pensando che potesse venire qua e segnare 7-8 gol. Purtroppo non lo ha fatto e i suoi tiri escono di poco come quelli dei compagni. Con 10 gol in più saremmo tra il secondo e il terzo posto.

L’attacco sarà rivisto e corretto?
Penso che Jovetic il prossimo anno farà 15 gol e magari Icardi 20… A meno che non prendiamo Messi o Ronaldo è difficile trovare attaccanti che facciano un gol a partita.



Come si migliora una squadra? Con giocatori esperti o di qualità?
Alla base di tutto c’è la qualità. Prima dell’esperienza. In area di rigore non ti lasciano tempo e se non sei bravo e rapido, non vai da nessuna parte. I grandi giocatori hanno personalità e alzano la personalità degli altri che lo seguono. Noi siamo una squadra giovane, non più l’Inter di qualche anno fa che aveva campioni e aveva vinto tutto. L’inizio ha ingannato tutti e quando dicevo che stavamo facendo di più del nostro potenziale, pensavate che stessi bluffando. Certo se fossimo rimasti lì, avremmo potuto fare come il Leicester, ma non era facile. Il quarto posto ci fa essere un po’ dispiaciuti. Lo sono io e lo sono anche per i giocatori perché il club aveva come obiettivo arrivate al terzo posto. L’Inter rimarrà comunque un grande club ed è assurdo dire che siamo come lo scorso anno.


Le preoccupa che i nuovi acquisti non abbiano cambiato il volto della squadra?
Miranda è un giocatore di esperienza, uno di qualità, che ha fatto migliorare i compagni. Perisic lo vogliono i grandi club e ha fatto bene, Kondogbia ha qualità. Non credo siamo messi male anche se non arriveremo terzi.

Sta andando dei messaggi a Thohir? Ovvero se non venissero comprati giocatori di qualità, potrebbe andarsene?
Se prendessi questa decisione, andrei da Thohir e glielo direi. I giornalisti sono condizionati dai risultati. Uno che fa l’allenatore capisce se la squadra ha dei miglioramenti o no e questa squadra ha un’anima. Ho un contratto con l’Inter e se vado via, sto a casa, non in un altro club.

Meglio “proteggere” i propri campioni e comprare poco sul mercato o meglio cedere qualcuno per arrivare a dei campioni?
Fosse per me io non venderei nessuno come non avrei venduto i giocatori andati via quest’anno, ma ci sono esigenze di bilancio che dobbiamo tenere in considerazione


Ha risolto il problema della difesa comprando molto. Farà così anche per l’attacco?
Può darsi anche che si possa migliorare la situazione non cambiando niente. Le squadre migliorano se si tiene la base.

Cosa non ha funzionato nella stagione di Jovetic?
Ha avuto qualche infortunio, neppure tanti. Per me è un giocatore tecnicamente straordinario e poteva fare più gol, ma si è dovuto integrare e ha avuto difficoltà quando è finito fuori per scelta tecnica. In quei momenti è andato in crisi, ma rimane straordinario.

Farà molte variazioni rispetto alla squadra che ha sfidato il Genoa?
Vedremo come staranno i singoli. Qualcosa cambieremo e dipenderà da come recupereranno i giocatori che non sono al top.

Quale reparto va rinforzato della squadra per il prossimo anno?
Sicuramente invece di prendere 4-5-6 giocatori “normali”, meglio prendere un campione. Giocare nell’Inter è difficile e la maglia nerazzurra pesa: ci vuole gente che non abbia paura a indossare questa maglia e a giocare a San Siro. La squadra ha una base e credo che sia il momento di mettere giocatori che diano certezze, uno-due campioni che facciano crescere i giovani che abbiamo. Insomma, calciatori che hanno avuto esperienze e vittorie.

Che Udinese si aspetta domani?
E’ in un buon momento, ha battuto il Napoli e la Fiorentina, sarà un match delicato e loro giocheranno con tranquillità. Cercheremo di fare una bella partita perché vogliamo tenere uno spiraglio aperto per la Champions in attesa di Roma-Napoli.

Ha trovato anche lei delle cimici nel suo spogliatoio?
Sì, quelle che quando le calpesti puzzano… Ci sono veramente… Non so se sono finte. Lo spogliatoio mio è pieno…

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