Mancini: «Contro l'Empoli conta solo la vittoria»

Il tecnico dell'Inter ha sottolineato l'importanza dei tre punti per arrivare al quarto posto e ha parlato di mercato: "Abbiamo una base importante e a questo gruppo servono solo pochi ritocchi".
Mancini: «Contro l'Empoli conta solo la vittoria»© Inter via Getty Images
Andrea Ramazzotti
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INVIATO AD APPIANO - Roberto Mancini ha parlato in conferenza stampa a una manciata di minuti dall'inizio dell'allenamento di questo pomeriggio che sarà svolto sotto lo sguardo del presidente Thohir.

Mancini, è vero che le è arrivata un’offerta dal Psg per la prossima stagione?
Il Psg ha un allenatore che ha vinto il campionato e due coppe credo. Che mi sia arrivata un’offerta è una bufala, come minimo…

Cosa si aspetta dalla gara contro l’Empoli?
Voglio vincere e basta. Conta solo quello per chiudere la pratica del quarto posto. A Roma non mi è piaciuto l’atteggiamento iniziale della squadra e all’intervallo ne avrei sostituiti diversi se avessi potuto, ma ormai quella gara fa parte del passato.

E’ frustrante allenare una squadra che ricade sempre negli stessi errori?
E’ il nostro lavoro: a volte ci sono cose che si fanno bene, altre volte cose che si fanno meno bene. La crescita di un gruppo può anche passare da cose negative. La speranza di un allenatore è che si passi solo da cose positive, ma non è possibile.

Qual è la vera Inter? Quella del girone d’andata o quella del girone di ritorno?
Quella che è in quarta posizione. Abbiamo avuto la possibilità di arrivare un po’ più in alto, ma siamo questi. Per arrivare più in alto bisogna continuare a crescere. Per 20 giornate forse abbiamo fatto troppo e la posizione attuale è veritiera del nostro rendimento.

Thohir è soddisfatto di com’è andata la stagione?
Non lo so. Quando si parte, si fa sempre per fare il massimo e per vincere. Perché siamo l’Inter. Poi magari si raggiunge un altro obiettivo, si guardano le cose positive e negative per non ripetere certi errori. Per costruire una squadra vincente a volte c’è bisogno di più tempo. Noi però una base di squadra l’abbiamo trovata perché siamo stati in testa 20 giornate, non 1-2. E questo non può essere un caso.

Si può fare un paragone tra la crisi di risultati dell’Inter e quella del Milan?
Una squadra non può vincere per decenni e non avere mai momenti di difficoltà. Per anni Inter e Milan sono state ai vertici del calcio italiano e non sono passate decine di anni dall’ultima volta che hanno vinto. Adesso stanno affrontando delle difficoltà e ci vuole un po’ di tempo per ricostruire. C’è bisogno di un po’ di pazienza.

Un certo tipo di calcio sta tornando di moda?
Il Leicester e l’Atletico Madrid sono due cose diverse. Il Leicester è una storia molto bella, un’eccezione per il calcio mondiale e anche per l’Inghilterra. L’Atletico Madrid invece ha sempre fatto bene negli ultimi anni perché ha costruito.

Sabatini ha detto che l’Inter non riscatterà Ljajic. Avete già deciso?
Ci sono ancora due partite di campionato, poi vedremo.

Perché l’Inter nel girone di ritorno ha avuto un rendimento da Champions in casa e da zona retrocessione in trasferta?
Ci manca ancora qualcosa… In casa abbiamo avuto una certa continuità, mentre in trasferta no. Può essere anche una cosa a livello psicologico, ma pure a livello di gioco possiamo fare di più. La squadra ha una buona base, ma qualche rinforzo serve. Non so chi possa essere però. Di certo servono giocatori che facciano crescere la squadra come qualità, mentalità e forza nelle partite importanti. A parte la gara del girone di ritorno con la Juventus, contro quelle che ci stanno sopra abbiamo fatto molto bene.

Dall’incontro di oggi con Thohir si interessa di capire anche le prospettive societarie?
Io devo pensare al campo. Con lui parlo di tutto, ma sono tornato per vincere, per riportare l’Inter a vincere. Avremo la possibilità di vederci e di capire quello che possiamo fare e non possiamo fare.

Ha già un’idea di come giocherà la squadra il prossimo anno? Lo deciderà in base al mercato?
La squadra ha dei punti fermi che 10 mesi fa non aveva. Una base di squadra c’è e bisogna rinforzarci dove siamo mancanti. Dipenderà da chi arriverà e da chi andrà via, ma siamo pronti per crescere.

Pensa che sia possibile non vendere i migliori?
Non credo che lo scorso anno avessimo in mente di vendere Kovacic, Hernanes, Shaqiri e Guarin. Abbiamo dovuto fare certe cessioni a malincuore perché sappiamo che non si può costruire una squadra forte vendendo certi giocatori forti. I sacrifici si fanno per migliorare magari altri ruoli.

Nella sua mente ci sono giocatori incedibili al di là di offerte importanti?
Penso che la qualificazione alla Champions League sarebbe stata importante per il blasone della società, ma non avrebbe messo a posto da sola il bilancio della società anche perché la differenza tra Champions League ed Europa League non è così enorme. Quest’anno abbiamo chiuso il mercato in attivo anche se abbiamo preso 12 giocatori e quando non va dimenticato.

Cosa pensa dell’Empoli avversario di domani sera?
Loro non hanno niente da perdere e noi dobbiamo vincere e basta. I tifosi ci sono sempre stati vicini e li ringraziamo sempre per averci sostenuti. Cercheremo di riportarli a vedere la Champions e a vincere qualche trofeo.


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