© Inter via Getty Images
MILANO - Il problema è là davanti. Lo dicono i numeri di questo inizio di campionato, ma anche quelli della scorsa stagione quando l’Inter ha chiuso al quarto posto nonostante la terza miglior difesa del campionato. Rispetto al 2014-15 Mancini è riuscito a mettere a posto la retroguardia, diventata la terza meno battuta del torneo, ma non è stato capace di trovare la giusta quadratura del cerchio in avanti visto che i gol segnati in campionato sono stati 50 (58 compresa la Coppa Italia) e hanno fruttato ai nerazzurri solo il settimo posto nella classifica degli attacchi più prolifici della Serie A. L’arrivo di De Boer per il momento non ha colmato la lacuna visto che Icardi e compagni hanno all’attivo un’unica rete in due incontri. Impossibile sognare la qualificazione alla Champions sia con la media attuale sia con quella del 2015-16.
NUMERI IMPIETOSI - L’unico nerazzurro con una media gol accettabile è stato Icardi che ha segnato 16 volte nei 2.636 minuti in cui è stato in campo: in termini pratici vuol dire una rete ogni 164'. La scorsa non è stata la sua migliore annata complice qualche errore sottoporta di troppo e 2-3 panchine indigeste, ma è risultato nettamente il migliore della compagnia. Gli altri? Un gol ogni 300 minuti per Perisic (9 in 37 presenze), uno ogni 245' per Jovetic (7 in 28 incontri), uno ogni 518' per Palacio (3 in 30 gare), uno ogni 918'per Eder (1 in 15 match), uno ogni 1.188' per Biabiany (1 in 24 sfide). E’ facile capire che, anche se difensori e centrocampisti dessero una significativa mano in fase realizzativa, una squadra con questi numeri difficilmente potrebbe puntare allo scudetto o a uno dei primi tre posti. All’Inter della passata stagione mancavano cattiveria e concretezza sottoporta, ma il problema non sembra risolto neppure adesso.
Leggi il resto dell'articolo sull'edizione del Corriere dello Sport-Stadio oggi in edicola