Inter, De Boer: «Io ci credo ancora»

Nella conferenza stampa precedente a Inter-Torino, il tecnico olandese ha mostrato fiducia nonostante la situazione complicata. "Non voglio vedere un primo tempo brutto come quello di Bergamo. Sento la fiducia della società e la squadra è dalla mia parte".
Inter, De Boer: «Io ci credo ancora»© ANSA
Andrea Ramazzotti
6 min

INVIATO AD APPIANO - Frank De Boer si è sforzato di pensare positivo alla vigilia della gara contro il Torino. La sua panchina scricchiola, ma lui ha chiesto tempo, ha detto di avere la squadra in pugno e di sentire il sostegno della società.

De Boer, che voglia avrebbe di prendersi una rivincita dopo le critiche che hai ricevuto in questi giorni?
Sono un po’ stanco di parlare di queste cose. Questi argomenti non servono. L’importante sono i giocatori e la squadra, non le voci. Mi interessa solo di come possiamo cambiare questo momento difficile per me, per la squadra e per l’Inter. Dobbiamo stare molto uniti. Per me è solo una questione di tempo. So che è molto difficile perché nel calcio non c’è molto tempo, ma è così. L’unica cosa è stare concentrato sul match contro il Torino.

I dirigenti le hanno detto se avrà questo tempo per cambiare la situazione?
Abbiamo preso una direzione e abbiamo un progetto. L’Inter non ha vinto titoli negli ultimi 5 anni e c’è una ragione perché questo è successo. Vogliamo cambiare questa tendenza. Il Suning vuole farlo e abbiamo fiducia che stiamo facendo il meglio per l’Inter e questo è importante. Sapevamo che sarebbe stato difficile vista la situazione che c’era.

Un allenatore si rende conto quando non ha più la squadra in pugno?
Il primo tempo contro l’Atalanta è stato il peggiore come allenatore dell’Inter ed ero molto arrabbiato perché quelli non erano i giocatori che conosco. Abbiamo cambiato atteggiamento nella ripresa e ho visto i miei che hanno giocato di più con la palla: abbiamo controllato di più il match e abbiamo segnato. Dopo l’1-1 l’Inter era l’unica squadra che poteva vincere la partita su un campo difficile dove dal 2012 abbiamo conquistato solo una volta i 3 punti. Il Suning e io vogliamo vedere un’Inter diversa, non solo per 45’, ma per tutta la partita.

D’accordo, ma è davvero convinto che la squadra la segua?
Sì, sicuramente, altrimenti non sarei più l’allenatore. Ho molta fiducia nella mia formazione. Sappiamo che dobbiamo migliorare rispetto all’ultima partita, ma ho fiducia che possiamo farlo. A Bergamo è stata solo una partita giocata male che può succedere. Basta non ripetere più un primo tempo come quello.

Si sente protetto dai dirigenti?
I dirigenti stanno ogni giorno qui e l’ambiente è positivo. Sento la fiducia del Suning e dei dirigenti anche in questo momento di difficoltà.

Si dice che potrebbe non bastarle battere il Torino per restare all’Inter. Come ci rimarrebbe?
Non voglio pensare a questo. Mi concentro solo su preparare la squadra per il match contro il Torino e penso in maniera positiva. Ho fiducia nella squadra e nel fatto che possiamo cambiare questo momento. Sappiamo che questo è un progetto difficile e loro sono con me anche in questo momento difficile.

Qual è stato l’aspetto più difficile da gestire in questi primi 2 mesi e mezzo all’Inter?
Io ho sempre la stessa filosofia e in molte partite abbiamo giocato come volevamo. Magari non per tutta la gara, ma contro il Cagliari, la Juventus, la Roma e il Bologna a tratti abbiamo fatto bene e ho visto l’Inter che volevo. Purtroppo però abbiamo sempre commesso errori che non voglio vedere. C’è bisogno di tempo, ma le difficoltà non mancano perché ci sono 29 giocatori e molti sono delusi perché non possono scendere in campo come vorrebbero.

Se avesse preso questa squadra a giugno, come capita a molti allenatori, l’avrebbe costruita così?
Sì, avrei fatto le cose nello stesso modo. Abbiamo problemi adesso nella squadra che solitamente vengono fuori e vengono risolti in precampionato. Cambiare modo di giocare necessita di tempo. E ci vuole tempo per trovare la migliore squadra, la giusta posizione dei giocatori, le loro caratteristiche in campo. E’ con il tempo e il lavoro che un allenatore capisce le cose. Ci sono ostacoli da superare, ma poterlo fare nelle partite amichevoli è meglio che nelle partite ufficiali. Noi di amichevoli ne abbiamo giocate solo una… Questa è una sfida per me. La situazione attuale è vogliamo cambiarla e a un certo punto i pezzi del puzzle andranno al posto giusto. Farlo partendo ad agosto è più complicato, ma ho accettato queste difficoltà. Prendendo un altro allenatore certi problemi non verranno risolti da un momento all’altro. Un nuovo allenatore avrebbe le mie stesse difficoltà e la società lo sa. L’importante è che il Suning creda in questo progetto e la situazione migliorerà.

Che partita sarà contro il Torino? Che Inter vuole vedere?
Una squadra che vuole giocare e pressare alto. Il Torino è in un bel momento e i tre attaccanti sono in forma. Ljajic e Belotti sono in forma e i granata vengono a San Siro con fiducia, a giocare con il 4-3-3, la stessa nostra filosofia. Noi però domani dobbiamo vincere.


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