MILANO - L'avventura di Frank De Boer sulla panchina dell'Inter è durata meno di quanto il tecnico olandese avrebbe avuto bisogno. L'ex allenatore dell'Ajax ha provato a proporre delle novità che, a quanto pare, ai giocatori nerazzurri non sono mai piaciute. «Aveva iniziato un progetto ed è stato fermato nel bel mezzo di questo progetto, dopo appena 9 settimane. Uno degli obiettivi prioritari, ed era chiaro fin dall’inizio, era quello di cambiare lo stile di gioco della squadra. Era uno dei primi obiettivi dell’Inter.
IN CHAMPIONS CON I GIOVANI - «Un altro obiettivo era quello di arrivare dal primo al terzo posto, per tornare ovviamente in Champions League. E poi c’era un altro obiettivo, che era quello di promuovere in prima squadre i giocatori più importanti della Primavera. Questi sono obiettivi tipici di Frank, sono nelle sue corde. Non erano certamente obiettivi facili ma la parte più difficile era la transizione per arrivare a giocare in modo diverso, allenarsi in modo diverso».
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IL SALUTO ALLA SQUADRA - «Al gruppo ha detto solamente: mi dispiace, mi dispiace di non poter finire il mio lavoro qui. Devo andare via. Era difficile per lui cambiare la mentalità del gruppo. Fin dall’inizio. E’ difficile creare un gruppo di 29 giocatori, nessun club in Europa ha 29 giocatori.
TIFOSI SENSAZIONALI - «I tifosi dell’Inter sono stati sensazionali con lui, fin dall’inizio. Posso mostrarvi se volete qualcosa come 500 lettere dei tifosi dell’Inter a Frank De Boer, quello che hanno fatto per lui è stato meraviglioso. Ci sono lettere di tifosi di 20-25 anni, finalmente vedevano che qualcosa stava cambiando. Certo che c’erano delle difficoltà da affrontare, io ho visto le partite. Giocavano, poi perdevano una palla e subito subivano gol. C’era da lavorare, guardate il Liverpool...».