Inter, Gagliardini: «Il calcio è un gioco di squadra, da soli non si fa nulla»

Il centrocampista dell’Inter è uno dei testimonial della campagna Sky
Inter, Gagliardini: «Il calcio è un gioco di squadra, da soli non si fa nulla»© Inter via Getty Images
Andrea Ramazzotti
4 min

MILANO - Ventitré anni compiuti lo scorso aprile, Roberto Gagliardini ha coronato il sogno che ha sempre avuto fin da bambino ed è diventato un calciatore professionista. Adesso indossa sia la maglia dell’Inter sia quella Nazionale e spera che il 2017-18 diventi la stagione della sua definitiva consacrazione dopo che il 2016-17 ha sancito il suo passaggio dall’Atalanta all’Inter per 22 milioni più altri 5,5 di bonus. Il centrocampista di Bergamo intanto è diventato un volto noto al grande pubblico per le sue prestazioni in campo (di ottima qualità almeno fino ad aprile, quando anche lui ha risentito della flessione dei nerazzurri), ma anche per le apparizioni in tv.

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Prima ha strappato sorrisi per la sua presenza in una delle puntate del programma di Alessandro Cattelan, “E poi c’è Cattelan” (un’esultanza in caso di gol con il presentatore che gli ha portato fortuna visto che pochi giorni dopo ha segnato la sua prima rete in A facendo il gesto della polenta provato in studio), mentre da un paio di settimane il suo volto compare negli spot di Sky (che ha mandato in onda anche uno speciale) che promuove un nuovo inizio in Serie A all’insegna di valori e fair play.

Gagliardini, come ci si sente ad aver realizzato il sogno che aveva da bambino?
«Sono semplicemente felice. Diventare un calciatore è stato il mio desiderio più grande fin da piccolo e, sinceramente, non ho mai pensato a fare altro».

Davvero non aveva un piano B?
«I miei genitori sono insegnanti e quindi, forse, avrei continuato a studiare, mi sarei iscritto all’università e poi avrei cercato un lavoro nel settore dell’insegnamento. Insomma, avrei seguito le orme dei miei genitori».

Qual è il primo ricordo che ha legato al pallone?
«Quando ero bambino mio papà mi portava al campo e non dimentico la prima volta che ho toccato il pallone. È un ricordo che ho ben fisso nella mente».

Cosa vuol dire per Gagliardini la parola “gruppo”?
«Il calcio è un gioco di squadra e si gioca in undici. Da soli non si va da nessuna parte. Sicuramente se una squadra è solida e compatta, si può arrivare a raggiungere livelli importanti. Per vincere bisogna essere gruppo».

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Lo scrittore Eduardo Galeano alla domanda “Come spiegherebbe a un bambino cos’è la felicità?” rispose: “Non glielo spiegherei, gli darei un pallone per farlo giocare”. E’ d’accordo?
«D’accordissimo. Soprattutto quando si è bambini il calcio è gioia. Dovrebbe esserlo anche quando si diventa più grandi ma, forse, ci sono diversi fattori che influiscono e magari il divertimento passa anche un po’ in secondo piano. Però, soprattutto quando si è bambini, penso che il divertimento sia la prima e unica cosa alla quale pensare».

Che futuro vede per il calcio?
«Il calcio spero possa cambiare sempre in meglio, ma è fondamentale la spinta dei giovani. Sta a loro impegnarsi e dare il massimo per raggiungere obiettivi sempre più alti. Anch’io cercherò di non far mancare il mio contributo dando sempre il massimo e divertendomi come tutti dovrebbero fare».

SKYSPORT


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