Inter, Spalletti: «Con la Spal check in per l'Europa»

Il tecnico ha parlato alla vigilia della gara di domani mettendo in guardia i suoi sulle difficoltà del match. "Loro più motivati di noi? Non credo proprio. Dimostriamo che valiamo un pubblico da 60.000 persone».
Inter, Spalletti: «Con la Spal check in per l'Europa»© Inter via Getty Images
Andrea Ramazzotti
7 min

INVIATO AD APPIANO - Spalletti, come è stato un avvicinamento a Inter-Spal? Complicato?
Non vedo perché complicato. Il lavoro è stato fatto fin da quando ci siamo conosciuti e il fatto che vadano in nazionale è un qualcosa in più, fa capire loro quello che hanno in più ovvero la nazionale. Ora devono dare il loro contributo all’Inter. Questi due-tre giorni li abbiamo usati per far mettere ai giocatori la testa sulla partita e ora sono convinto che non sottovaluteranno il match.

E’ una casualità che in Serie A un allenatore su quattro sia toscano?
La Toscana è la terra dei rioni, del campanile, dello sfidarsi sempre, anche a qualche metro di distanza. Ci sono tante squadre e ciò permette di fare un po’ pratica. Si finisce per crescere a pane e strategie. Il campanilismo dà qualche vantaggio in più agli allenatori, senza dimenticare la scuola di Coverciano che ti fa migliorare.

Cosa pensa di Semplici? Da toscano a toscano, lo ha chiamato?
Non l’ho sentito ma gli faccio i complimenti. A lui e a tutta la Spal per quello che hanno fatto lo scorso anno. Hanno riportato la Spal in Serie A: ero piccolino l’ultima volta che la Spal era in A, facevo le figurine, ed è un piacere ritrovare la Spal in A.

L’Inter quando ha vinto ha sempre avuto un uomo forte: Trapattoni, Mancini e Mourinho. Si riconosce nella figura dell’uomo forte?
La legge del calcio dice che quelli presuntuosi sono sempre puniti. Nessuno ha la presunzione di essere più bravo degli altri e all’Inter lavorano tantissime persone, anche nell’ombra e ci mettono in condizione di sviluppare il meglio. Ho dei collaboratori che sono l’estensione di me stesso e per me viene tutto facilitato. Mi fa piacere che tu abbia citato Mourinho perché se domani ci sono 60.000 persone, il merito è di chi li ha portati con i risultati del passato. Per noi è l’occasione di far capire che possiamo essere parte di un’Inter di successo.

Che Spal si aspetta domani?
Sinceramente non capisco perché i calciatori della Spal dovrebbero essere più motivati di noi. I tifosi vengono per esprimerci la loro fiducia che noi dobbiamo ripagare, ma non siamo stati noi a portarli noi a San Siro. I meriti sono di Moratti e di una serie di calciatori (legge di nomi scritti su un foglio, ndr). Per fare bene questa professione dobbiamo lasciare una traccia di quello che abbiamo fatto finora. Tutti devono dare il loro contributo. Abbiamo un’occasione bellissima per conquistare questa platea. Chi non si motiva da solo e non capisce qual è la sua realtà vuol dire che non capisce il suo lavoro.

Lei sta facendo un super lavoro che coinvolge tutto l’ambiente. Quale deve essere l’obiettivo?
Dobbiamo cominciare a ragionare come se creassimo qualcosa con cui andare avanti il prossimo anno. E’ da qualche anno che si lavora trovandosi a fine anno senza grandi punti fermi eccezion fatta per Icardi, Perisic e pochi altri. La Champions come obiettivo? Se i giocatori lo accettano e sono convinti che possono andare in Champions, io aumento l’obiettivo, basta poi non scendere sotto questo standard. Per salire sugli aerei che ci portano in Europa, dobbiamo fare il check-in in queste partite come quella di domani. Adesso durante la settimana siamo a casa a vedere le partite.

Quanto è importante anche per lei il rinnovo di Perisic?
La società ha fatto un buon lavoro: ha lavorato per tenerlo qui e ha fatto bene perché è un grande calciatore e una grande persona. Lo vedo un calciatore che può diventare un futuro capitano dell’Inter anche abbiamo un altro capitano, anzi altri perché nelle squadre ci vogliono anche i capitani che non portano la fascia, ma indicano la squadra da percorrere. Ivan ha qualità incredibili, rimane a fare allenamenti extra in palestra con il prof per migliorarsi. Ora ci deve far vedere sul campo quello che vale. Noi ci aspettiamo numeri da lui e lui è disponibile a farli. Aiuta i compagni facendo recuperi difensivi per dare una mano a un compagno in difficoltà e l’ho messo nelle clip che ho mostrato ai giocatori.

A Roma diceva quanto era affezionato ai colori della squadra, alla città ecc. Dopo due mesi di lavoro che cosa è l’Inter per lei?
Questo è il mio modo di lavorare: io sono uno d’azione e mi piace fare le cose. Faccio il mio lavoro perché amo il calcio e i miei calciatori diventano un’ossessione perché io voglio che tutto funzioni alla perfezione

Si aspettava dopo due giornate questi risultati da parte dell’Inter?
Mi aspettavo che la mia squadra lavorasse e pensasse in un certo modo. Anche senza certi risultati sarei stato a posto. E’ chiaro che i risultati creano una risonanza maggiore, ma avrei detto lo stesso anche senza. L’importante è far vedere alla squadra dove bisogna andare.

Quando sente parlare di Inter da scudetto cosa pensa?
Tirate a creare voi queste etichette. Se riuscire a far dire a dieci squadre che puntano allo scudetto, nove falliscono automaticamente l’obiettivo. Per noi è differente. Dobbiamo migliorare di 30 punti per arrivare a vincere lo scudetto. Promettere qualcosa in questa direzione non è da me e non lo farò. Dobbiamo tentare di vincere tutte le partite: è questo quello che dico io perché per una squadra come l’Inter il punto non basta. Noi non ci accontentiamo di niente e siamo felici se si vincono le partite senza che nessuno si faccia cacciare fuori come successo per esempio lo scorso anno. Bisogna mettere i trofei in bacheca e per riuscirci non bisogna portare avanti obiettivi individuali. Bisogna fare i risultati di squadra, vincerne tantissime per pareggiare le differenze tra le prime 3-4 dello scorso anno. Partite come quelle di domani bisogna portarle a casa e il nostro marchio dobbiamo metterlo domani e in tutte per partite da qui alla fine. Bisogna timbrarle. E ce lo metteremo anche domani sotto l’aspetto che vogliamo: ridaremo fiducia ai tifosi che verranno allo stadio.

Quali sono le insidie della partita di domani?
Il pericolo è quello di sottovalutare la partita, ma non lo faremo. Il pericolo però è anche la qualità della Spal perché loro giocano insieme da anni e seguono un allenatore bravo che conosco dalla Primavera della Fiorentina. Se i nostri obiettivi sono quelli che ci siamo detti dobbiamo far bene e non sbagliare niente.

Cosa pensa dell’addio al calcio di Cambiasso?
Meno male che non gioca più perché me lo trovavo da tutte le parti. Sono contento che faccia l’allenatore perché può insegnarci qualcosa.

Chi giocherà tra Gagliardini e Vecino?
Gioca Gagliardini, lo sa dal martedì successivo alla partita con la Roma. Lui è un gran calciatore, ha fatto bene e se l’ho tolto all’Olimpico è perché mi ci voleva un altro.


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