Spalletti: «Napoli, non firmo per il pari»

Il tecnico dell'Inter ha parlato in conferenza stampa invitando i suoi a dare il massimo in un match "fondamentale" per la corsa al quarto posto.
Spalletti: «Napoli, non firmo per il pari»© ANSA
Andrea Ramazzotti
9 min

INVIATO AD APPIANO GENTILE - Luciano Spalletti non firma per un pareggio come all'andata. Il tecnico di Certaldo vuole battere il Napoli e non fa sconti.

Spalletti, che effetto le ha fatto partecipare ieri al compleanno dell’Inter?
Per uno come me che non è stato un calciatore e che quei campioni li ha visti solo in tv, un po’ di soggezione c’era. Ho cercato di capire le loro qualità per “riproporle” ai giocatori che alleni.

Le ultime due vittorie l’Inter le ha ottenute al Meazza. Può essere una spinta per voi?
Il fattore San Siro sarà importantissimo. Può creare imbarazzi agli avversari, ma li può creare anche a te perché vedere tutto quell’amore e quell’entusiasmo in certo momenti non è facile. Sentire urlare la gente quando proponi qualcosa di buono ti può dare la spinta e ti può aiutare parecchio. Il nostro pubblico la Champions se la sarebbe già meritata per l’amore che ci ha sempre messo finora.

Sta pensando a qualche cambio di modulo contro il Napoli?
Giocando loro con il 4-3-3, avere sempre la superiorità numerica nella fase difensiva con la nostra linea a quattro viene comodo e naturale in fase di non possesso, ma visti i tagli che loro sanno fare non possiamo rilassarci. Dobbiamo coprire i loro tagli. Qualcosa di nuovo nella costruzione dell’azione potrebbe esserci.

L’Inter non ha mai perso contro le grandi. E’ un vantaggio psicologico da sfruttare contro il Napoli?
Noi da qui in avanti bisogna riuscire a vincere le partite, anche giocando solo un “pezzo” di queste per vincere. Non si gestisce, dobbiamo puntare solo alla vittoria.

E’ difficile ripartire dopo quello che è successo domenica?
Certe cose ti rimangono addosso perché noi siamo molto più legati di quanto si possa vedere da fuori, siamo molto più in contatto, più amici, più affezionati di quanto possa sembrare. In questo caso poi, come ho detto ieri, Astori non era solo il capitano della Fiorentina, ma del calcio in generale perché ci lascia in eredità un esempio importante di come la lealtà renda sottilissimo il confine tra essere avversario o compagno di squadra. Lo salutavano tutti e quando i giocatori sono venuti nel mio ufficio a dirmi quello che era successo mi ricordo le loro facce. Questa cosa ti lascia un segno infinito.

Cosa bisogna fare per bloccare il Napoli arrabbiato per il passo falso contro la Roma?
Loro sono arrabbiati dopo quel passo falso, mentre noi arriviamo dopo un periodo di passi falsi e la nostra arrabbiatura deve essere di sicuro superiore. Dovremo essere quasi perfetti perché la squadra di Sarri e la sua idea di calcio potrebbero dare spunti a chi dovrà decidere come ripartire con il nostro calcio. Il Napoli è un esempio da cui ripartire.

Ronaldo e Moratti hanno richiamato la squadra a un maggiore impegno, all’assunzione delle proprie responsabilità. Non tutti hanno dato il 100%?
Io escludo questo, anzi è il contrario. Qui tutti percepiscono dove sono e il dovere che hanno. Qui stiamo costruendo un futuro sulle basi gettate dai calciatori che c’erano ieri sera. La voglia di essere in linea con la storia di questo club è grande da parte di tutti quelli che sono qui.

Borja Valero e Vecino possono giocare o sono troppo toccati dopo il lutto di Astori?
Ce ne sono tanti altri che erano molto legati ad Astori. Io ero amico di Astori, mi piaceva come modo di fare, quello che mi trasferiva.

Inter-Napoli può essere decisiva nella corsa per la Champions? Sarà uno spartiacque?
Nella lotta per la quarta posizione siamo legati ai risultati degli altri, ma per noi è giusto considerarla una partita fondamentale per il risultato finale. Abbiamo vissuto così altre gare passate, ma questa ha un valore ancora più importante perché in passato ci sono mancate delle vittorie. Da qui alla fine avremo 7 partite fuori e 5 in casa e non potremo fare calcoli: dobbiamo pensare a vincere anche a costo di non comandare il match o il possesso palla. Bisogna fare gol e conquistare i punti.

Berti dice che i centrocampisti dell’Inter devono dare qualcosa di più a livello di gol. D’accordo?
Mi aspetto che i gol vengano da parte di tutti perché tutti hanno la libertà di inserirsi e segnare.

Borja Valero e Rafinha possono giocare dal 1’?
Borja Valero qualche problemetto lo ha avuto e bisogna vedere il suo minutaggio. Rafa è in crescita costante e sta sviluppando il suo potenziale: lui stesso vede che migliora e riesce a proporre il suo calcio per un minutaggio migliore. Questo ci fa ben sperare per averlo a disposizione del tutto.

Ha per caso candidato Sarri ad allenatore della Nazionale quando ha detto che la sua squadra è un esempio da seguire?
Lo candido ad essere un allenatore che ha fatto vedere un calcio fatto di ricerca di pressing appena muovi la palla, dal 1’ al 90’, di ricerca di far gol. E poi è quello che ha ricevuto più complimenti da allenatori europei di un certo livello.

Chi è il più pericolo del tridente del Napoli?
Davanti loro sono fortissimi perché hanno questa velocità, questo palleggio e questa tecnica incredibili. Mertens, Insigne e Callejon vedono la porta e fanno scelte importanti, ma anche io sono messo bene nel settore offensivo perché abbiamo fatto dei buoni numeri, pur non pari a quelli di Sarri. Non me la sento di pensare che qualcuno di quelli del Napoli sia più forte dei miei. Loro vengono tra le linee e liberano qualcuno alle spalle della difesa oppure ti fanno male. Dovremo stare attenti.

Perché l’Inter mette qualcosa di più nei big match?
Non ci mettiamo niente in più perché le intenzioni sono sempre le stesse, in tutti gli incontri. Sentendoci sotto schiaffo ci sentiamo più consapevoli di quello che serve a questo livello. La scorsa conferenza stampa ho fatto l’esempio di Rafinha.

E’ stato un vantaggio non giocare il derby?
Non cambia assolutamente niente.

A Napoli l’Inter giocò una partita offensivamente parlando non perfetta, ma conquistò un punto con la voglia e la compattezza. Perché queste caratteristiche sono andate scemando?
Dentro la nostra squadra parliamo spesso di noi e abbiamo combattuto fin dal primo momento l’io. Non ci sono strategie individuali, ma collettive e comuni. Secondo me nella partita d’andata abbiamo palleggiato basso molto bene e ci siamo presi qualche rischio di troppo che non dobbiamo ripetere. Abbiamo costruito bene, ma ci è mancato l’ultimo passaggio, l’imbucata vincente. I ragazzi hanno voglia di fare e verrà fuori la disponibilità a stare dentro la squadra: in questo periodo senza risultati non si è salvato qualcuno, nessuno ha avuto un rendimento superiore agli altri perché la sconfitta tira tutti dentro al momento no. Bisogna avere degli equilibri, essere un collettivo vero.

Candreva era stato tra i migliori all’andata, ma è a zero gol. Cosa si aspetta domani da lui?
Gli zero gol contano poco se lui fa un certo tipo di prestazioni, quelle che lui faceva quando la squadra otteneva un certo tipo di prestazioni. Su Candreva nessun problemi.

All’andata nonostante il pareggio lei non era soddisfatto perché la squadra aveva avuto poco coraggio. Firmerebbe per un pareggio o in caso di pareggio sarebbe dispiaciuto?
Non firmo assolutamente niente perché avere timore di perdere non è una strategia. Meglio pareggiare tentando di vincere continuamente una partita. Ora la palla gira meno bene rispetto al match del San Paolo, ma abbiamo bisogno di una vittoria vista la complessità della partita. Dobbiamo fare giocate importanti che determinino l’episodio.

Che errore non deve commettere l’Inter domani?
Non dobbiamo allungarci, dobbiamo giocare con la squadra in 30 metri perché sennò loro ti entrano dentro e ti puntano perché sono dei giocolieri per come fanno girare la palla. Giocano insieme da anni, fanno un calcio importante e piacevole, fanno risultati e contendono il primato alla Juventus nonostante la Juve sia fortissima. Onore al Napoli che ha creato ai bianconeri più punti di tutti in questi anni nella lotta per vincere il campionato.


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