Inter, Spalletti: «Sabatini? Un samurai. E io resto anche il prossimo anno»

Il tecnico nerazzurro ha parlato dell'addio dell'ex ds della Roma, ma anche del prolungamento del suo contratto
Inter, Spalletti: «Sabatini? Un samurai. E io resto anche il prossimo anno»© Inter via Getty Images
Andrea Ramazzotti
8 min

MILANO - Conferenza stampa di Luciano Spalletti alla vigilia della gara contro il Verona. Tanti i temi toccati, dalle dimissioni di Walter Sabatini al suo futuro in nerazzurro.

Spalletti, l’Inter cosa dove fare per battere il Verona? Sarà più importante l’aspetto psicologico o quello tattico?
Conta vincere la partita. Se dipenderà più dalla tattica, dalla mente, dalla psicologica, dalla forza mentale di poter stare dentro questa partita, non conta. L’unica cosa importante è conquistare i tre punti perché le altre sono vicine e molto insidiose.

Con Brozovic e Gagliardini più Rafinha trequartista lì in mezzo avete trovato un assetto preciso?
Sono stati tre di quei calciatori che nelle ultime partite ci sono state più spesso, ma contano anche gli altri perché a inizio quando eravamo in alto c’erano alti. E’ la squadra che conta e tutti insieme vogliamo arrivare a fare qualcosa di importante.

Cosa dà Rafinha all’Inter?
Addiziona tecnica e rapidità nello stretto. Uno così, prima del suo arrivo, non lo avevamo. La sua condizione atletica sta crescendo. Ha qualità che gli altri non avevano e ci può fare qualcosa in più.

Cosa pensa del Verona di Pecchia?
Pecchia è una bella persona e l’ho anche allenato. Sa fare tutto e sa trasferire alla sua squadra la sua voglia di giocare a calcio e di avere un carattere forte.

Pensa già al derby?
Ci vuole una vittoria contro il Verona per prepararsi bene, per allenarci con la testa al derby. Bisogna presentarsi a mercoledì conquistando i tre punti contro il Verona. E dobbiamo pensare a questa partita sennò si rischia di fare confusione.

Cosa vuole dire alla Primavera campione al Viareggio?
Voglio fare i complimenti a Stefano Vecchi. E’ già diverse volte che gli devo fare i complimenti, speriamo che mi li renda… Ha vinto un torneo difficilissimo contro un grande settore giovanile come quello della Fiorentina in finale. Aveva tante assenze ed è stato bravo a trasferire a tutti i giusti valori. Ha fatto anche esordire Vergani che ha segnato il gol decisivo.

Come commenta l’addio di Sabatini?
Le dimissioni di Sabatini hanno fatto rumore visto il valore della persona e dell’uomo. Personalmente mi è dispiaciuto moltissimo perché lo conosco bene e so la qualità che ha prima personalmente e poi professionalmente. Le sue dimissioni non lasciano nessuna eredità né nel bene né nel male. Chi è dell’Inter deve continuare a mettere l’Inter davanti a tutto e soprattutto a credere nell’Inter. Questo vale per me e per tutti. Io vedo Sabatini come un samurai del calcio perché è uno che ha la sintesi, che dà veramente battaglia per riuscire a incidere nella battaglia. Ce l’ho bella chiara in mente questa definizione. Gliela dirò quando lo rivedrò perché non è passato a salutarmi come mi aveva detto. Lo voglio salutare di persona presto. Con lui ho un ottimo rapporto e lo manterrò.

Il quarto posto dell’Inter rappresenterebbe un mezzo miracolo per come ha ereditato la squadra oppure è rappresenta il traguardo minimo come ha detto la società?
Io debbo riuscire a far dare il massimo ai miei calciatori e attraverso il loro massimo raggiungere la posizione più importante che ci possa essere. A quel punto sarà un gioco delle considerazioni e delle parti. Non so come andrà a finire però questa squadra ha potenzialità e lo ha fatto vedere. Stamani c’era Liguabue qui e lui ha detto che gli anni passano per non ripassare più. Lo stesso i campionati. Qui c’è l’obiettivo di raggiungere un traguardo importantissimo. Allo stadio saranno in 60.000 e il desiderio di far contenti i nostri tifosi deve farci trovare la soluzione a qualsiasi altro problema individuale.

Le partite come quelle di domani in passato per l’Inter si sono trasformate spesso in trappole. Pensa di riproporre la stessa formazione?
Le scelte sono improntate per vincere la partita di domani. E’ una partita difficile: un conto è volere assolutamente una cosa, un conto è raggiungerla. Se noi lo vogliamo questo traguardo lo possiamo raggiungere. Serve il fuoco dentro per centrare un obiettivo.

Nel caso di autofinanziamento totale accetterebbe comunque di restare all’Inter?
Io non sono in scadenza e ricomincio qui. Ho iniziato a programmare la tournée in America con i direttori che sono venuti qua stamani ad Appiano.

Se le proponessero un contratto più lungo rispetto ai biennali che ha firmato con la Roma e l’Inter le farebbe piacere? Si sentirebbe pronto per iniziare una programmazione più a lungo termine?
I contratti servono a far venire fuori un po’ di clamore perché si scrive la cifra totale nei 5 anni, ma poi vengono disfatti in un attimo. Lo abbiamo visto in questi giorni. Io faccio il contratto per non mettere in difficoltà me stesso e la società, ma bisogna portare a casa i punti. Non ci sono problemi in questo senso, è facile questa cosa qua. Sono già troppo comodo così.

Si aspetta che si possa ripartire da Cancelo e Rafinha?
E’ una valutazione che faremo strada facendo, come il seguire i giocatori che sono forti, fuori da Milano, ma forti. Non siamo riusciti a trovar loro i gradi precisi della rotta dove volevamo andare, ma la colpa è anche nostra. Ci sono molti particolari che ci piacciono di Cancelo e Rafinha, fanno vedere di poter convivere con il gruppo dell’Inter. Mancano un po’ di partite e si può mettere in conto che possono succedere molte cose.

Chi sono i giocatori dell’Inter che sono altrove e che segue?
Uno è Kondo. Se il Valencia non eserciterà il diritto, tornerà da noi. Nagatomo sta facendo bene, Joao Mario sta giocando partite buone e poi Gabigol ha fatto delle reti.

Se un samurai come Sabatini arriva a dimettersi, che tipo di segnale è?
Ha risposto Sabatini e sono le sue parole che contano. Non voglio entrare nei motivi, non voglio entrare in una decisione presa dalla proprietà e da lui. Sarebbe sbagliato da parte mia dire i motivi. Io ne sto fuori da questa situazione.

Rafinha sembra un giocatore sempre più integrato nell’Inter e ha detto che lavorando sull’italiano.
Quando gli ho chiesto se gli piacciono l’Inter e Milano mi ha detto subito sì. A me basta questo. Su di lui non ho dubbi.

Senza Sabatini l’Inter si è impoverita?
A me l’Inter piace, idem Milano e qui ci ho lavorato volentieri. Arrivo ad Appiano presto e non sono mai stanco. Ci continuo a lavorare volentieri. Se non raggiungeremo questo obiettivo (la qualificazione alla Champions, ndr), quelli fatti come me, e ne vedo diversi qui dentro, si porteranno dentro per sempre il fatto di non averlo raggiunto. E questo ricordo in futuro potrebbe dare molto fastidio.

Che ricordo ha di Mondonico?
Era una persona squisita sotto l’aspetto dell’essere molto diretto e sintetico. Lui riusciva a mandare messaggi che tutti capivano in maniera veloce. Ha fatto bene con squadre normali e ha lanciato giovani importanti che hanno fatto fare un salto importante al calcio italiano. Mi accodo a tutti coloro che sono vicini al dolore della famiglia. Speriamo che ne rinascano altri personaggi forti come lui.

Come sta la squadra psicologicamente dopo 3 partite senza subire gol? San Siro può mettere pressione ai giocatori?
Bisogna togliere il dubbio che San Siro ci crei difficoltà. Quella è casa nostra e tra virgolette chi viene lì dentro deve chiederci permesso di entrare a casa nostra. Deve essere così e punto. I 60.000 devono essere un aiuto e se non è così bisogna andare a giocare in un’altra squadra che ti dà meno amore e meno sentimento. Lo specchio ti ridà quello che ci metti davanti. Se noi diamo tutto, i 60.000 ci spingeranno e ci aiuteranno a vincere.


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