Inter del Triplete, show a Trento: «Quella volta che Mourinho pianse come un bimbo...»

Tanti eroi della storica stagione del 2010 si sono ritrovati all'Auditorium Santa Chiara per ripercorrere quell'incredibile stagione. Moratti: «Vendetti Ibrahimovic in cinque minuti, ecco perché»
Inter del Triplete, show a Trento: «Quella volta che Mourinho pianse come un bimbo...»© Inter via Getty Images

TRENTO - Auditorium Santa Chiara di Trento gremito e tifo da stadio per accogliere l'Inter del Triplete 2010, guidata all'epoca in panchina da José Mourinho. Un incontro gestito sul palco dal tifoso nerazzurro Enrico Mentana che non ha nascosto di trovarsi come "un bambino a Disneyland". Di quella squadra leggendaria a Trento erano presenti diversi giocatori come Julio Cesar, Francesco Toldo, Paolo Orlandoni, Maicon, Marco Materazzi, Diego Milito e capitan Javier Zanetti.

Basterebbe questo per fare felici i tifosi nerazzurri ma oltre a loro c'erano anche il direttore tecnico Marco Branca, il patron dello storico sponsor Pirelli Marco Tronchetti Provera e soprattutto il presidentissimo Massimo Moratti. Nella prima fila del teatro una parte dell'Inter di adesso rappresentata dal Ceo Alessandro Antonello.

Si è partiti con il racconto di quella fantastica stagione con le parole di Moratti che ha indivuduato la miglior operazione di mercato nella... cessione di Ibrahimovic. "Avevo parlato con il presidente del Barcellona che mi invidiava il nostro attaccante e io gli avevo detto che non lo avrei ceduto neanche se mi avesse dato il quadruplo del valore. Tempo dopo è venuto a Milano dicendomi che mi avrebbe dato il triplo più Samuel Eto'o. In cinque minuti abbiamo fatto l'affare".


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Mentre sullo schermo scorrevano le immagini salienti tra campionato e Champions, i giocatori commentavano non senza un pizzico di commozione. A nome di tutti capitan Zanetti riassumeva il motivo di tanto successo quella stagione. "Mourinho ci faceva sentire i migliori del mondo senza dimenticare la conoscenza degli avversari e del loro modo di giocare. Da parte sua era fortunato ad avere a che fare con dei bravi giocatori ma soprattutto con degli uomini di spessore". Fisicamente non era presente ma quando venivano proiettate le immagini di Mourinho il pubblico andava in visibilio, a testimonianza di un amore viscerale che non finirà mai. A certificare l'intesa tra il portoghese e l'Inter bastano le parole di Tronchetti Provera commentando il celebre gesto delle manette di Mourinho nella gara con la Sampdoria, con due nerazzurri espulsi. "Ha fatto quello che avrebbe pensato ogni tifoso interista".


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Moratti ha poi raccontato di quando decise di prendere l'istrionico allenatore di Setubal. "Due anni prima allenava il Porto e si trovava in semifinale di Champions con il Deportivo la Coruna. All'andata finii in pareggio e quando gli chiesero se era preoccupato per la partita di ritorno disse che stava pensando già alla finale che poi tra l'altro avrebbe vinto". "Uno così, pensai, lo devo prendere assolutamente. Poi è stato bravo Branca a portarcelo".

Un aneddoto dopo l'altro a rivangare dei momenti indimenticabili come quando Toldo divenne capro espiatorio senza colpa alcuna. E' Materazzi a raccontare. "Dopo la sanguinosa sconfitta di Catania, Mourinho se la prese con Francesco che da mesi non giocava dicendogli che negli ultimi mesi era cambiato. Toldo fu grande nel rispondergli 'mister, ha ragione', facendo capire a tutti noi che dovevamo cambiare registro. Tre giorni dopo vincemmo a Londra con il Chelsea e da lì ripartimmo alla grandissima".


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Non manca un accenno alla sofferenza che ormai fa parte del Dna della squadra nerazzurra. Moratti però preferisce parlare di forza di volontà soprattutto in occasione della semifinale con il Barcellona. "Dopo aver vinto 3-1 all'andata il ritorno in Catalogna era stato rovinato dall'espulsione di Thiago Motta a inizio partita. Per me è stata la partita più bella dell'anno che ci ha anche permesso di andare in finale con uno spirito diverso e senza temere il Bayern più del dovuto".

Prima della finale c'e stato lo scudetto vinto a Siena non senza sofferenza. E Tronchetti Provera racconta un simpatico aneddoto. "Finita la gara non si trovava più Mourinho e qualcuno mi disse che si era rifugiato in pullman. Vado là e me lo ritrovo disteso per terra che piange come un bambino...". La serata non poteva non finire che col ricordo della storica finale di Madrid dove i nerazzurri, battendo il Bayern Monaco, raggiunsero il Triplete, unica squadra italiana finora riuscita nell'impresa. Tra cori da stadio e un Milito ancora commosso, Marco Materazzi ricorda un aneddoto che racconta molto di Mourinho. "Pochi giorni prima mi manda un messaggio da Monaco dove stava studiando gli avversari. Quando gli chiesi com'erano mi rispose: 'tranquillo, vinciamo 2-0'". E fu quello il risultato. (in collaborazione con Italpress)


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TRENTO - Auditorium Santa Chiara di Trento gremito e tifo da stadio per accogliere l'Inter del Triplete 2010, guidata all'epoca in panchina da José Mourinho. Un incontro gestito sul palco dal tifoso nerazzurro Enrico Mentana che non ha nascosto di trovarsi come "un bambino a Disneyland". Di quella squadra leggendaria a Trento erano presenti diversi giocatori come Julio Cesar, Francesco Toldo, Paolo Orlandoni, Maicon, Marco Materazzi, Diego Milito e capitan Javier Zanetti.

Basterebbe questo per fare felici i tifosi nerazzurri ma oltre a loro c'erano anche il direttore tecnico Marco Branca, il patron dello storico sponsor Pirelli Marco Tronchetti Provera e soprattutto il presidentissimo Massimo Moratti. Nella prima fila del teatro una parte dell'Inter di adesso rappresentata dal Ceo Alessandro Antonello.

Si è partiti con il racconto di quella fantastica stagione con le parole di Moratti che ha indivuduato la miglior operazione di mercato nella... cessione di Ibrahimovic. "Avevo parlato con il presidente del Barcellona che mi invidiava il nostro attaccante e io gli avevo detto che non lo avrei ceduto neanche se mi avesse dato il quadruplo del valore. Tempo dopo è venuto a Milano dicendomi che mi avrebbe dato il triplo più Samuel Eto'o. In cinque minuti abbiamo fatto l'affare".


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