Spalletti: «Asamoah capitano? Non basta»

Il tecnico dell'Inter ha parlato degli incidenti che hanno preceduto Inter-Napoli e dei buu razzisti contro Koulibaly, ma anche della sfida di domani a Empoli
Spalletti: «Asamoah capitano? Non basta»© Inter via Getty Images
Andrea Ramazzotti
7 min

INVIATO AD APPIANO - Luciano Spalletti ha parlato alla vigilia della gara contro l'Empoli e ha commentato i fatti di Inter-Napoli, dalle violenza fuori dallo stadio fino ai buu razzisti contro Koulibaly.

Spalletti, che idea si è fatto dei fatti che hanno preceduto e sono arrivati durante Inter-Napoli?
Partiamo dal fatto che la mia posizione è di condanna senza se e senza ma, ma dire che il risultato della partita è dipeso dagli episodi, ci farei attenzione. E’ stata una bella partita nel quale le squadre si sono battute a viso aperto, ma basta vedere lo scorrimento della partita per verificare quali sono i meriti. Per quel che riguarda la situazione che si è venuta a creare, è giunto il momento di dire basta per quel che riguarda tutti gli episodi che succedono negli stati: i cori di tipo razzista e di discriminazione territoriale, le offese ai morti dell’Heysell e di Superga, il prendersela con un allenatore o un giocatore da parte di tutto lo stadio. Come si colloca la nostra società sta nell’atto costitutivo del club: noi amiamo i colori e le razze, qualsiasi cosa voglia venire a contatto dell’Inter. Ora c’è da rimettere a posto le cose, da non penalizzare l’80-90% delle persone che vengono allo stadio, padri con i figli. Colpirli tutti non è la cosa più giusta.

La sfida contro il Napoli ha dato indicazioni giuste per quel che riguarda l’atteggiamento dopo l’1-1 contro il Chievo?
Avevamo fatto una buona partita anche contro il Chievo, ma se non porti a casa i tre punti diventa una gara giocata al di sotto del tuo livello. In realtà non è così. A Verona non l’abbiamo chiusa e, come abbiamo vinto altre volte ne finale, quella volta lì abbiamo perso. La squadra, però, è sempre stata legata e ha lavorato in modo corretto.

L’Empoli con Iachini ha cambiato marcia.
Sarà una gara difficile perché l’Inter la conosco bene. Empoli è una piazza che dà tranquillità ai giocatori. Loro hanno bisogno di punti e so cosa Iachini trasmette ai suoi giocatori. Bisognerà essere più bravi di quanto stiamo stati a Verona per conquistare i tre punti. Nella formazione iniziale rispetto a mercoledì qualche nome cambierà.

Che commento fa sui fatti accaduti mercoledì?
La mia è una posizione di condanna senza se e senza ma. E’ giunto il momento di dire basta: ai cori di razzismo, discriminatori, a quello che può essere inneggiare alle tragedie dell’Heysell e di Superga. Basta all’odio nel calcio. Era tanto che si diceva di partire. Bene, partiamo. Non entro nel merito della sentenza perché si va a colpire l’80-90% dei tifosi che il giorno dopo Natale preferiscono andare allo stadio che stare a casa. Perché lo stadio è qualcosa di aggregante. Il comportamento della squadra si è visto, quello della società è scritto nell’atto costitutivo. Siamo l’Internazionale. 

La partita non è stata condizionata dai fischi a Koulibaly e dal clima che si è creato?
Se si parla dello scorrimento della partita il risultato non ha niente a che vedere con gli episodi accaduti. Se si dice questo, si rafforza il concetto che se ci si comporta così, si ha dei meriti sul risultato. Il risultato della partita, se uno guarda gli episodi, è stata giocata in modo importante, con il gradimento di tante persone. Non trovo nessun segnale del perché la partita finita in questo modo non sia dipeso dal calcio giocato.

Sala vorrebbe che la fascia da capitano andasse ad Asamoah. Può essere una scelta giusta?
Se ci sarà un discorso da fare o un comportamento da portare dentro da che parte nostra, lo faremo volentieri, ma è nel lungo termine che ci comporteremo come dobbiamo. Le cose non si cambiano con un gesto, ma con il continuo impegno quotidiano. Così diventano normalità. Se non c’è un impegno costante, non si modifica un comportamento. E’ quello che faremo vedere tutti da qui in avanti. Noi come Inter e come squadra.

All’esterno dello stadio c’è stata una guerriglia. Non sarebbe stato meglio fermare il campionato?
Potrebbe essere una soluzione momentanea fermare la partita, ma ora bisogna fare qualcosa di differente. Sono tanti gli episodi che sono successi. Siamo al fianco di Koulibaly e di tutti quelli che sono presi di mira. Si va a iniziare un percorso e poi dovrà essere sempre così per tutti.

Giocherete due partite a stadio chiuso. Per voi che avete sempre avuto un grande apporto dal pubblico è un danno doppio?
Il dispiacere è tanto per non poter giocare davanti al nostro pubblico, ma se la società non farà ricordo e se il prezzo da pagare per vincere questa battaglia sarà questo, lo pagheremo volentieri. E’ una cosa che accetteremmo se fosse garanzia di un comportamento differente da parte di tutti in futuro. Vogliamo vivere le partite in un contesto differente come fanno in altri Paesi, dove mancano i posti nello stadio perché la gente vuole andare lì, partecipare, festeggiare e condividere le emozioni importanti anche con gli avversari di turno.

Nainggolan torna tra i convocati. Può essere titolare?
Ritorna a disposizione e valuterò bene perché i giocatori li rivedo oggi. E’ passato poco tempo, qualcosa cambierò nella formazione iniziale. Nainggolan sta dentro le valutazioni che faccio, come per tutti gli altri.

Come si possono trovare soluzioni “definitive” per risolvere il problema del razzismo e della violenza?
E’ fondamentale iniziare questo discorso e bisogna dire basta. Quali siano le cose da mettere in pratica, non lo so. Io devo pensare al mio comportamento e devo andare lì e comportarmi bene. Far vedere al mio collega che mi dispiace per quello che è successo. Ad Ancelotti l’ho detto. Io devo salutare alla fine i calciatori avversari e gli arbitri, poi fare discorsi corretti di fronte ai giornalisti nel dopo partita. Io devo stare attento a questo anche perché sono stato squalificato per un eccesso di esultanza. Ci sono ruoli e competenze ed è la competenza nella professione che fa la differenza. 

Che ricordo ha della sua esperienza ad Empoli?
L’Empoli è diventato la culla del calcio grazie alla competenza di chi ci lavora e all’ambiente che creano. Hanno lanciato tanti giovani importanti. Quelli di Empoli sono stati i primi chilometri nel calcio che ho fatto e ci torno sempre volentieri. Tornare in quello stadio e incrociare quella squadra mi dice sempre qualcosa di diverso: ho gli amici e la famiglia e sono affezionato a quel posto lì. Giocare adesso contro di loro non sarà facile perché hanno qualità individuali e collettive. Iachini l’ho avuto come giocatore e trasferisce le motivazioni a tutti: ha addosso la garra del non te la do vinta mai fino all’ultimo secondo. Come contro il Chievo se non saremo bravi a sfruttare tutte le qualità che abbiamo, diventerà una partita complicata. Siamo vicini alla famiglia di Belardinelli e i ragazzi certe emozioni se le portano dietro, ma nonostante questo bisogna vincere.


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