Marottrump, la sua Inter in 100 giorni

Nemmeno lui forse si aspettava un avvio così, ma è interventista per natura e ha già tutto chiaro in mente
Marottrump, la sua Inter in 100 giorni
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Ottanta giorni. Guardando tutto quello che è accaduto, sembrerebbe molto di più. Invece, tanto è trascorso dall’insediamento di Marotta come nuovo Amministratore Delegato dell’area sportiva dell’Inter, avvenuto lo scorso 13 dicembre. Due giorni prima, la squadra di Spalletti era stata eliminata dalla Champions. In campionato, però, tutto filava liscio. Anzi, a fine girone di andata i nerazzurri sembravano aver già ipotecato terzo posto e, quindi, pure la Champions. Sono bastati un paio di mesi per rimettere tutto in discussione. Anche perché nel frattempo è successo l’impensabile.

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UN CASO DIETRO L’ALTRO - Nemmeno Marotta si aspettava un avvio del genere per la sua nuova avventura. Ma in poco tempo è riuscito a dare la sua impronta. Il primo segnale in questo senso è la sospensione di Nainggolan, per un ritardo in allenamento, già recidivo, e colpevole di una serie di comportamenti e atteggiamenti sbagliati. La decisione viene immediatamente resa pubblica, allo scopo di mettere in maniera ancora più netta il giocatore davanti alle proprie responsabilità, ma soprattutto per lanciare un segnale. Stessa linea con Icardi, a cui viene cancellato un aereo e rientra in ritardo dalle vacanze. La multa conseguente diventerà uno dei motivi della rottura. Non vengono nascosti nemmeno i propositi di addio di Perisic, costretto però a restare perché l’Arsenal non soddisfa le richieste nerazzurre. La linea è che situazioni estreme richiedono decisioni estreme, come la fascia tolta a Icardi, entrato in rotta di collisione con lo spogliatoio anche per le esternazioni in tv della moglie-manager. Ovvero quella Wanda che Marotta aveva incontrato insieme alla dirigenza solo poche settimane prima e a cui aveva promesso una nuova proposta di rinnovo. Già, ma il caso-Icardi, nel frattempo, spinge un vecchio amico, subito trasformato in nemico, come Paratici, ad alzare il polverone. Marotta non si tira indietro e riserva lo stesso trattamento a Dybala, sul cui futuro alla Juventus compare qualche dubbio. Ma non finisce qui, perché giusto domenica scorsa l’Inter si vede sottrarre 2 punti con la Fiorentina per un rigore inesistente. E allora l’ad nerazzurro non può che puntare il dito contro Nicchi e Rizzoli, invitati a fare in modo che certe situazioni, utilizzando al meglio il Var, non si verifichino più. 

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