Attenta Juve: il Monaco è tentato da Conte

Il destino di Ranieri segnato dal ko in Coppa: il club francese non pensa solo a Zidane
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TORINO - Intrecci del destino. Nel giorno in cui le parole dell'ad Beppe Marotta seminano dubbi sul futuro bianconero di Antonio Conte, il Monaco abbandona la Coppa di Francia e la panchina di Claudio Ranieri s'incrina. La finale perduta, strappata dal Guingamp, acuisce l'amarezza del presidente Dmitry Rybolovlev, già deluso dal -10 rispetto al Psg nonostante i 166 milioni investiti.

NOMINATION - Il secondo posto in Ligue 1 non consola il magnate russo, che torna a riflettere sull'opportunità di un cambio tecnico valutato da mesi ma osteggiato dai tifosi. Il candidato principe è Zinedine Zidane, secondo di Carlo Ancelotti al Real Madrid, ma se Conte non dovesse rinnovare risalirebbe le gerarchie fino a insidiarlo: il suo nome nel Principato circola da un pezzo - tanto che era bastato a nutrire i gossip un fugace incrocio a Dubai, in occasione del Globe Soccer Award, con il vicepresidente esecutivo francese Vadim Vasilyev - ma era stato accantonato perché considerato irraggiungibile, legato al progetto vincente della Juve. Se lo scenario dovesse cambiare, la nomination tornerebbe d'attualità: per adesso l'unico Conte sbarcato a Monaco è Daniele, fratello del tecnico, che ha aperto un locale di tendenza, One Apple.

DOMINO -  Il Monaco ha risorse infinite e grandi ambizioni, perciò sente di poter sedurre Conte e prepara l'offerta, anche se per un futuro lontano da Torino sarebbe lecito immaginare un club con tradizioni e aspettative superiori. Non è peregrina l'potesi che qualcuno bussi già nelle prossime settimane, considerato che la mappa delle grandi panchine è incompleta e che le prime mosse potrebbero scatenare un ampio effetto domino. Lo sceicco Nasser El-Khelaifi, patron del Psg, assicura «sostegno incondizionato » a Laurent Blanc, ma le indiscrezioni su una sostituzione circolano con insistenza sospetta, inoltre rimane un punto interrogativo sulla permanenza di Arsene Wenger all'Arsenal: nella City è considerata scontata, ma l'appuntamento per il rinnovo continua a slittare e il ventaglio delle possibili successioni coinvolge l'allenatore bianconero.

INTERPRETAZIONE - Normale che Conte abbia sempre più estimatori oltreconfine: i successi ottenuti in Italia, l'immagine internazionale lucidata dal cammino in Europa League, l'interpretazione modernissima del ruolo che annoda tattica, psicologia e management lo collocano al centro del mercato. Tutto teorico, però, perché la Juve non è una banale priorità: è il suo mondo, la sua creatura, il suo progetto. E' il sogno di sollevare la Champions. E' il legame speciale con i tifosi. E' la seduzione di diventare il Ferguson bianconero. Solo se le strade dovessero dividersi, l'estero diventerebbe una tentazione: per adesso è lui la tentazione dei club, tanto per cominciare del Monaco.

RITO - Rimanendo nel campo delle ipotesi, il domino aprirebbe una successione complicatissim a alla Juve: Luciano Spalletti, libero dopo l'addio allo Zenit, è stimato da Marotta, la bravura di Roberto Mancini oscurerebbe il suo passato milanese, Diego Simeone piace moltissimo. Tutto, però, può crollare come un castello di carte appena la Juve e Conte si parleranno: perché ci saranno da discutere garanzie, programmi e ambizioni, ma la sensazione è che alla fine proseguiranno insieme. E magari già stamani sapremo qualcosa in più, visto che il rito rispolverato della conferenza stampa pre-partita permetterà al tecnico di commentare le parole di Marotta: «Rimarrà al cento per cento? Ne abbiamo parlato e riparleremo dopo, quando avremo conquistato qualcosa di grandissimo».

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