Goleador e trascinatore: Tevez hombre scudetto

L’Apache è stato il leader della Juve: tanti gol e un carisma straordinario
Goleador e trascinatore: Tevez hombre scudetto© Ansa
Vladimiro Cotugno
2 min
ROMA - È la faccia dura della Juve campione d'Italia. È l'angelo dalla cara sucia, il paradosso del numero dieci operaio, il Diez lavoratore così lontano dalla regalità sabauda eppure così vicino alla sua espressione calcistica vincente e sovrana. Carlos Tevez è l'hombre del pueblo bianconero, il goleador simbolo della vittoria di questo scudetto e guida juventina nel sogno ad occhi aperti di un Triplete ancora possibile.

A SUON DI GOL - Una stagione strepitosa, quella di Carlitos: venti reti in trentuno partite in campionato finora, a caccia del titolo di capocannoniere come solo Del Piero e Trezeguet negli ultimi trent'anni, e sei marcature in Champions League dopo un digiuno che sembrava eterno. Capolavori come quelli al Parma e al Genoa, la fucilata di Dortmund, sigilli come sentenze a Milan e Lazio, i rigori e la punizione alla Roma nei due confronti diretti: tutte prodezze che potrebbero valergli il trono dei bomber, eppure non sono solo i gol a fare di lui l'uomo immagine di questo trionfo e di questa squadra.

CARLITO’S WAY - Carisma straordinario, mai primadonna e sempre trascinatore, Tevez può decidere la partita con una giocata da fuoriclasse eppure corre come un gregario dall'inizio alla fine: mangia il prato senza mai tirare indietro la gamba, l'Apache, cerca sempre il pallone senza mai avere paura né risparmiarsi. Quello che Conte ha seminato alla Juve, Tevez ha fatto crescere dando l'esempio e fondendosi con il bianconero: la sua è la combinazione perfetta di talento e temperamento, di gioco e tigna, di fùtbol e garra; è un'alchimia sudamericana capace di restituire alla Juventus quella impudenza necessaria per imporsi anche in Europa. E tra reti che fanno sognare e dediche ai barrios disgraziati per unire splendore a miseria, Carlitos ora tiene col fiato sospeso tutti gli juventini, in attesa di capire quando deciderà di porre fine al suo 'esilio' europeo per tornare a rimettere radici nella terra argentina. Dall'erba di Torino a quella di Buenos Aires, la cronaca di un saluto annunciato per l'ultimo viaggio del suo gioco, dalla fine all'origine di tutto. 

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