Heysel, oggi sono 30 anni: il ricordo più brutto e doloroso 

Con la Juventus che torna in finale, il ricordo della tragedia di 30 anni fa scuote ancora
Heysel, oggi sono 30 anni: il ricordo più brutto e doloroso © LaPresse
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TORINO - Alla gioia e alla trepidazione del popolo bianconero per la finale di Berlino si mescola il ricordo più brutto e doloroso: la tragedia dell'Heysel con le sue 39 vittime innocenti di cui proprio oggi ricorre il trentennale. Tifosi juventini - 32 erano italiani - andati a Bruxelles con la speranza di festeggiare la prima Coppa dei Campioni bianconera e che invece trovarono una morte orribile nel settore Z dello stadio, travolti dalla furia degli hooligans inglesi ubriachi, schiacciati contro le balaustre o precipitati dalle gradinate, poco prima che iniziasse la finale Juve-Liverpool. Morti, però, anche per l'inadeguatezza dell'Heysel e dei servizi di sicurezza ed ordine pubblico. Un ricordo ancora oggi terribile per i parenti delle vittime, per i sopravvissuti, per chi aveva seguito le cariche degli hooligans, il caos e la disperazione dei tifosi che cercavano scampo dagli altri settori dell'Heysel o in tv. Una 'Coppa maledetta' che la Juve aveva inseguito per 30 anni, sfuggita già due volte, nel '73 a Belgrado, dieci anni dopo ad Atene. Un trofeo che oggi molti protagonisti dell'epoca non sentono come un trofeo conquistato, ricordando che in pratica furono obbligati a giocare.

TROFEO ALLA MEMORIA DEI 39 - Ma ci sono anche tifosi juventini che, al contrario, la considerano un premio alla memoria delle 39 vittime, allineate nelle stanze dello stadio mentre sul campo si consumava la partita più surreale nella storia del calcio europeo, vinta dalla Juventus con un calcio di rigore segnato da Platini. Una partita giocata con un intero spicchio dell'Heysel, senza più tifosi, transennato davanti alle macerie ed alle cose perse dai tifosi nella calca. "Non sapevamo cosa era davvero successo, avevamo avuto notizie di un morto, forse due, ma non potevamo immaginare una tragedia così grande", avrebbero detto poi i giocatori bianconeri. I neo campioni d'Europa avevano festeggiato sotto la curva dell'Heysel subito dopo il 90', ma il giorno dopo, al rientro a Torino, quando le notizie sulle tragedia erano diventate ufficiali e chiare nella loro drammaticità, ogni traccia di gioia era scomparsa dai loro volti. Sergio Brio, scendendo sulla scaletta dell'aereo, stringeva la Coppa, ma senza esultare. All'Heysel il club bianconero aveva consegnato al delegato Uefa Gunther Schneider la nota ufficiale spiegando perché aveva detto sì alla richiesta di giocare comunque: "La Juve accetta disciplinatamente, anche se con l'animo pieno di angoscia, la decisione dell'Uefa, comunicata al nostro presidente, di giocare la partita per motivi di ordine pubblico".

IL DOLORE DI BONIPERTI - Il presidente di allora, Giampiero Boniperti, non ha mai voluto riparlare di quella finale così dolorosa. Neppure per l'attuale massimo dirigente bianconero, Andrea Agnelli, è facile tornare sull'argomento: "Ho sempre fatto fatica a sentire mia quella Coppa - ha detto in occasione del venticinquennale del'Heysel - anche se i giocatori mi hanno sempre detto che fu partita vera". E Marco Tardelli, in un'intervista alla Rai, qualche anno fa ha spiegato e chiesto scusa: "Era impossibile rifiutarsi di giocare, ma non dovevamo andare a festeggiare, l'abbiamo fatto e sinceramente chiedo scusa".

LA MESSA PER RICORDARE LE VITTIME - Le vittime dell'Heysel saranno ricordate a Bruxelles con una cerimonia pubblica e a Torino in una messa alla Chiesa della Gran Madre di Dio, alle 19.30: "La giornata del 29 maggio - sottolinea la società bianconera - sarà dedicata al ricordo da parte di tutti i tesserati Juventus. Per troppi anni quelle 39 vittime - rimarca sul sito ufficiale - sono state oggetto di scherno finalizzato unicamente ad attaccare i colori bianconeri: un'azione vile che non dovrebbe trovare cittadinanza in nessuno stadio ed in nessun dibattito sportivo. Questo anniversario dovrà essere utile anche alla riflessione per evitare che simili comportamenti si ripetano".

IL RICORDO DELLA JUVE - Anche la Juventus ha voluto ricordare la tragedia di 30 anni fa con un messaggio apparso sul proprio sito web: "29 maggio 1985, il giorno più triste della nostra storia. Doveva essere un momento di festa, di attesa, di tensione sportiva. Si è trasformato in tragedia. Trentanove persone innocenti quella sera persero la vita. Trentanove famiglie furono segnate per sempre da un dolore che non riusciamo neanche ad immaginare. Quanto accadde quella sera è scolpito nella memoria di qualsiasi tifoso. Di coloro che erano presenti a Bruxelles, di chi era seduto davanti alla tv, anche di chi allora era troppo giovane o magari non era ancora nato. Sono passati trent'anni e oggi ci si può solo stringere nel ricordo. La Juventus lo farà partecipando insieme all'"Associazione fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel" alla Santa Messa che verrà celebrata alle 19.30 presso la Chiesa della Gran Madre di Dio a Torino. Saranno presenti i giocatori della Prima Squadra, lo staff tecnico e i dirigenti della società. La Juventus parteciperà anche a Bruxelles, alla cerimonia pubblica che avrà luogo nella capitale belga, rappresentata dal presidente del J-Museum Paolo Garimberti e da Sergio Brio. Alla cerimonia che si terrà a Liverpool saranno presenti Gianluca Pessotto e Massimo Bonini.Su Juventus.com per tutto il giorno queste righe rimarranno la prima notizia dell'home page, la cover delle pagine ufficiali sui vari social network e l'unico post pubblicato su Facebook saranno in ricordo delle vittime. Il resto sarà silenzio. Per onorare la loro la memoria. Per cercare di dare conforto alle loro famiglie. Per ribadire l'auspicio che il vile scherno di cui quelle 39 vittime sono state oggetto per troppi anni finisca, una volta per tutte. Per fare comprendere che una simile follia non si dovrà ripetere. Mai più".
 

 


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