Juventus, il tifoso a cena con Morata: «Un sogno, mi ha dato il suo numero»

Gianmarco, studente siciliano, ha incontrato in un pub di Torino l'attaccante bianconero dopo la vittoria di Coppa Italia: «Ho passato la serata con lui, mi ha pagato la cena»
Juventus, il tifoso a cena con Morata: «Un sogno, mi ha dato il suo numero»
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TORINO - No, non capita tutti i giorni. Trascorrere una serata insieme a uno degli idoli della tua squadra del cuore. È la storia di Gianmarco, studente universitario di 20 anni, che ha passato il dopo partita (il 3-0 di Coppa Italia all’Inter) con Alvaro Morata. A raccontare la vicenda è lo stesso ragazzo sul suo profilo Facebook. «Razionalmente, non so perché qualcosa accade, ma sono del parere che nulla succede per caso. Quello che sto per narrarvi, amici, ha del surreale, qualcosa che ricorderò tutti i giorni della mia vita, che ancora a pensarci mi viene la pelle d'oca e non riesco a realizzare – le parole del ragazzo di Gela, adesso a Torino per frequentare la facoltà di Giurisprudenza -. Ieri, dopo la partita vinta 3-0, recandomi verso casa felice e soddisfatto per il risultato e per i goal del mio idolo Morata, ho pensato che fosse meglio mangiare qualcosa, allora con la maglia dello stesso autore della doppietta (che metto per ogni partita) sono andato al solito pub. Fin qui tutto normale».

LA STORIA - «Mi siedo, ordino, e poi tutto ad un tratto vedo scompiglio tra i camerieri, chiedo il perché di tale stupore e mi rispondono dicendomi "sta per arrivare Morata". Potete intuire la mia felicità, potevo finalmente farmi una foto con lui... Entra, soddisfatto e fiero per la doppietta, saluta tutti e poi si avvicina in modo davvero rassicurante verso di me chiedendo il mio nome, gli rispondo e mi chiede se ho già ordinato, gli dico di sì e rivolgendosi al titolare dice "oggi a Gianmarco offro io".

Il mio stupore in quel momento era tale che non avevo fatto caso che nel frattempo aveva mandato un suo amico a prendere una maglia della Juve nuova di zecca. Ha preso un pennarello e in perfetto spagnolo ha scritto "al mio amico Gianmarco con tanto affetto. Alvaro Morata". Lì, per me, il sogno si stava già avverando, le braccia mi tremavano e pensavo stessi sognando».

«GRAZIE, ALVARO!» - «Nel frattempo la mia pizza era arrivata e Alvaro con i suoi amici si era seduto in un tavolo più in là. Ad un certo punto sento chiamare il mio nome, era Morata. Mi chiede se ho voglia di sedermi a mangiare con loro, io stavo quasi per svenire e con la voce rotta dall'emozione ho accettato. Cominciano a farmi sentire come uno di loro, mi chiedono di parlare della mia vita, delle mie origini, di cosa studio, se vado spesso allo stadio... Dopo varie foto e diverse chiacchierate Alvaro mi dà il suo telefono e mi chiede, come fossi un suo amico, di scrivere il mio numero di cellulare, totalmente incredulo, mi dice di chiamarlo quando ne ho bisogno, mi avrebbe aiutato. Così mi fa lo squillo e da quel preciso momento nella mia rubrica c'era il numero di Alvaro Morata...... La serata passa tra risate, foto e tentativi – vani - da parte di Alvaro di insegnarmi qualche cosa in spagnolo, ma ero troppo emozionato per apprendere. A fine serata, dopo un'ora tutti insieme, mi paga la cena, e abbracciandomi mi dice: "Mi ha fatto davvero piacere conoscerti, Gianmarco. Spero di sentirti presto, sei un grande". Un brivido freddo mi attraversa la schiena e va dritto al cuore. Non so cosa abbia fatto per meritarmi tutto ciò, o se è soltanto un bellissimo scherzo del destino. Ma fatto sta che un giorno ai miei figli potrò dire, orgoglioso e fiero, che una sera a Torino ho cenato con Alvaro Morata, invitato da lui e con la sua maglia addosso. Il tutto condito da quello strepitoso 3-0. Grazie Alvaro, mi hai fatto davvero felice».


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