TORINO - Non era mai successo che Dybala saltasse così tante partite di fila da quando veste la maglia della Juventus. Alla Joya il campo manca tantissimo, ma presto tornerà a fare la differenza sia in campionato che in Champions League dove ha già eguagliato il bottino di gol dell'anno scorso. Nel frattempo Dybala si è raccontato a un folto pubblico di bambini; un viaggio nella carriera dell'argentino tra idoli e ambizioni. «Uno dei miei eroi era Del Piero, l’altro Pirlo. Se ho preso da loro le mie punizioni? È questione di allenamento, non è mai facile. Tante volte sono fondamentali per sbloccare delle gare che sembrano chiuse».
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LA JOYA E IL PIPITA - «Con Gonzalo condividiamo molto tempo insieme e il rapporto che abbiamo in campo è quello che abbiamo anche fuori. Siamo argentini, vicini di casa e grandi amici. Abbiamo un bel gruppo, siamo tutti allegri.
L'APPROCCIO E I PRIMI RICORDI - «Non è facile, quando usciamo dall’albergo e saliamo sul pullman penso già alla partita. Comincia tutto da lì. Poi quando inizio a giocare la testa diventa più tranquilla perché so che devo dare il meglio». «Una volta mi sono messo a piangere nello spogliatoio. Avevo 17 anni, ero in Argentina e avevo perso una finale. Non è più capitato». Infine la soddisfazione del primo gol in campionato allo Stadium, nel match contro il Chievo: «Un'emozione grandissima. Per fortuna poi è capitato tante altre volte».
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