Juve, indagine Figc sui biglietti: il club minaccia querele

“Agnelli incontrava i boss” titola oggi il Fatto Quotidiano. La società, che rischia deferimento e ammenda: “Piena collaborazione con la Procura. Affidata legali la tutela della nostra onorabilità e rispettabilità”
Juve, indagine Figc sui biglietti: il club minaccia querele© LaPresse
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ROMA – (Ansa) “Agnelli incontrava i mafiosi” è il titolo proposto oggi dal Fatto Quotidiano al centro della sua prima pagina, con il sommario “La Procura della Figc accusa la Juve e il suo presidente di illeciti con bagarini e ambienti criminali”. Un breve sommario spiega poi che “la conclusione delle indagini della giustizia sportiva attribuisce al numero 1 bianconero rapporti personali con esponenti della malavita organizzata. Il capo ultrà legato alle 'ndrine aveva detto ai pm di Torino: mi vidi con Andrea e parlammo della gestione di biglietti e abbonamenti”.

I RAPPORTI CON GLI ULTRAS – Nell’articolo, si parla “di presunto accordo tra la Juventus e i gruppi ultras per assicurare la quiete allo stadio”. L'accusa più grave per Andrea Agnelli, aggiunge il Fatto, è nel passaggio del documento di chiusura indagini in cui il procuratore federale Giuseppe Pecoraro accusa il presidente di aver “partecipato personalmente, in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria ultras”. L'ex prefetto, ricorda sempre il Fatto, “ha ricevuto a novembre gli atti da Torino e, dopo ulteriori accertamenti, ha deciso di non archiviare”.

L'INDAGINE – “La Juventus ha risposto con le controdeduzioni e ha indicato, come persona informata, l'amministratore delegato Beppe Marotta”. “I rilievi di Pecoraro e colleghi sono ispirati dalle carte di Torino e dalle deposizioni di Rocco Dominello, identificato come esponente della cosca Pesce-Bellocco della 'ndrangheta”. “Nel corso dell'indagine Alto Piemonte non erano emerse frequentazioni e incontri diretti con la Juventus, ma un'intercettazione ha instillato qualche dubbio”. Viene precisato, poi, che “nessun dirigente è indagato”, ma che "la Juve non è neanche ritenuta parte offesa". E, infine, che “il caso interessa anche la commissione parlamentare Antimafia, che martedì prossimo ascolterà i magistrati torinesi che conducono l'inchiesta”.

LA NOTA DELLA JUVE – Nella mattinata di oggi una nota del club sottolinea che “la Juventus Football Club e il Presidente Andrea Agnelli, alla luce di alcuni articoli pubblicati in questi giorni, comunicano di aver affidato ai legali la tutela della propria onorabilità e rispettabilità. Si precisa che la Procura della Repubblica di Torino ha avviato, e recentemente concluso, un'indagine su alcune famiglie ritenute appartenenti alla ’ndrangheta alle quali si contestano oltre a reati contro persone e patrimonio, anche il tentativo di infiltrazione in alcune attività di Juventus Football Club. Si ricorda inoltre che nessun dipendente o tesserato è stato indagato in sede penale. Si precisa altresì che, nel pieno rispetto delle indagini e degli inquirenti, la società ha sempre collaborato mantenendo uno stretto riserbo a tutela del segreto istruttorio.

Per quanto attiene alla giustizia sportiva, la società ha già dimostrato fattivamente la propria disponibilità a collaborare”.

RISCHIO DEFERIMENTO - La procura della Figc intende procedere con il deferimento di Andrea Agnelli, di tre fra dirigenti, ex dirigenti e funzionari, nonché della stessa Juventus a titolo di responsabilità diretta e oggettiva al termine degli accertamenti nati dopo l'inchiesta della procura di Torino sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in curva. Lo si ricava dall'avviso di conclusione delle indagini firmato dal procuratore Giuseppe Pecoraro.


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