Juventus, il legale in Antimafia: «Sconvolti, ma non patteggiamo»

L'avvocato del club, Luigi Chiappero: «Nessun contatto Agnelli-Dominello». Bindi: «Dalle carte emerge il contrario»
Juventus, il legale in Antimafia: «Sconvolti, ma non patteggiamo»© ANSA
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ROMA - "Siamo sconvolti ma non patteggiamo". Questo in sintesi quanto ha detto il legale della Juventus, Luigi Chiappero, tornato davanti alla Commissione Antimafia per completare l'audizione iniziata la scorsa settimana e rispondere alle domande dei parlamentari. L'avvocato non ha nascosto che "questa esperienza ci ha minato profondamente, ci ha sconvolto", ma ha aggiunto che "se ammettiamo quanto ci viene contestato sulla gestione della vendita dei posti assegnati, quello che non ci consente oggi di andare dal procuratore federale Giuseppe Pecoraro per chiudere (patteggiando, ndr) la partita, è che c'è un'affermazione non vera che dice di aver in qualche modo utilizzato, sapendolo, la figura di Rocco Dominello, della cui provenienza noi eravamo totalmente all'insaputa". In sostanza, il legale ha ribadito di escludere categoricamente che ci siano stati rapporti amicali tra Rocco Dominello e il presidente della Juventus ed ha annunciato che domani al procedimento penale che si aprirà a carico degli imputati del processo torinese, la Juventus non si costituirà parte civile perché tecnicamente non c'è la possibilità di farlo.

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Il legale ha ammesso errori nella gestione dei biglietti e ha aggiunto che la Juventus, per evitare il favorire del bagarinaggio, ha deciso di impedire il "cambio nome" dei biglietti, mentre per gli abbonamenti si potrà cambiare il nominativo di chi assiste alla partita per un massimo di tre volte in un anno. "Piuttosto che fare una legge sul bagarinaggio, difficile da controllare, vietando la possibilità di cambiare il nome dell'utente, il problema si risolve", ha detto. L'idea è piaciuta al presidente del Comitato Mafia e Sport dell'Antimafia, Marco Di Lello. "Abbiamo apprezzato questa scelta della Juventus: è un primo atto concreto che va nella giusta direzione, nella consapevolezza che la lotta al bagarinaggio non può che vederci uniti: società, tifosi e istituzioni", ha sostenuto. Un "giallo" è invece emerso a proposito di alcune intercettazioni citate nel deferimento della Procura federale ma che non sarebbero tra gli atti in mano ai parlamentari dell'Antimafia. "C'è una intercettazione che dice 'i due soggetti sono stati arrestati, parliamo con l'incensurato" ed è attribuita ad Agnelli da un soggetto. Questa intercettazione non è negli atti che abbiamo e poichè è particolarmente rilevante, chiediamo di poterla avere", hanno detto i parlamentari del Pd Stefano Esposito e Massimiliano Manfredi.

Sulla stessa linea sembra essere il legale della società bianconera: "abbiamo ribadito ancora una volta quanto abbiamo letto negli atti, mi piacerebbe ci fosse una desecretazione di tutto quanto perché mi sono stati letti un paio di passaggi che francamente io negli atti non ho trovato", ha detto riferendosi ad un passaggio dell'udienza, che è stato secretato, in cui gli sarebbero state lette due intercettazioni di cui la difesa non ne è a conoscenza. Il presidente del Comitato Mafia e sport Di Lello non ritiene che ci siano intercettazioni non conosciute, "abbiamo più di 7 mila pagine di atti, ci vuole prudenza prima di fare certe affermazioni", ma la presidente della Commissione Rosy Bindi, in un passaggio dell'audizione, ha detto rivolta a Chiappero: "Forse alcune carte non le ha l'avvocato: quando si dice sicuro che il presidente non ha incontrato Rocco Dominello. Continua a dire che non ci sono stati rapporti ma da alcune intercettazioni emerge il contrario". Infine Di Lello ha confermato che entro aprile il presidente Agnelli verrà ascoltato dall'Antimafia. Bindi ha annunciato che non sarà l'unico: "il problema riguarda anche altre società e saranno chiamati qui altri presidenti di altre società con lo scopo di individuare insieme come uscire da una realtà innegabile".


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