Caso Juve, Pecoraro: Intercettazione Agnelli non esiste

Il Procuratore Federale Figc davanti alla Commissione Antimafia: «Era un'interpretazione del pm». La Bindi: «Le mafie arrivano fino alla Juventus»
Caso Juve, Pecoraro: Intercettazione Agnelli non esiste© LaPresse
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ROMA - «L'intercettazione di cui si è parlato l'altra volta (fra D'Angelo e Calvo dell'agosto 2016, ndr), su cui sono state dette tante cose, è un'interpretazione che è stata data. Noi abbiamo dato una certa interpretazione, perché da quella frase sembrava ci fosse una certa confidenza» fra Agnelli e Dominello, «ma probabilmente era del pm quella frase. Anzi, da una lettura migliore la attribuisco al pubblico ministero». Lo ha affermato Giuseppe Pecoraro, procuratore federale Figc, in audizione in Commissione Antimafia«I motivi del deferimento sono vari: l'articolo 12 del Codice di giustizia sportiva dice che non e' possibile il bagarinaggio, è un articolo preciso. Della gestione dei biglietti era a conoscenza anche Agnelli. La responsabilità è in primo luogo del presidente della società che era consapevole o comunque non ha vigilato sulla gestione dei biglietti. C'è una responsabilità diretta e una indiretta per essere rappresentante legale della società. A noi interessa la condotta antisportiva e di slealtà, questo concetto è nel Codice sportivo: un dirigente non può avere un certo tipo di comportamento», ha proseguito Pecoraro che si riferisce in particolare alla frase, che non sarebbe contenuta negli atti ufficiali dell'inchiesta Alto Piemonte in cui si legge: «Hanno arrestato due fratelli di Rocco (Dominello, ndr). Lui è incensurato. Noi parliamo con lui». A seguito delle osservazioni di alcuni componenti dell'Antimafia, Pecoraro ha precisato che alla conversazione non avrebbe partecipato il presidente Agnelli bensì sarebbe intercorsa tra l'ex capo del marketing Francesco Calvo e il security manager bianconero, Alessandro D'Angelo.

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«Le parole vanno misurate, lei non deve sostenere assolutamente che io abbia affiancato il presidente Agnelli alla 'Ndrangheta. Altrimenti avrei usurpato i ruoli della giustizia ordinaria». Lo dice il procuratore della Figc, Giuseppe Pecoraro, in risposta al senatore Stefano Esposito della commissione antimafia che gli chiedeva un chiarimento definitivo sulla questione relativa al deferimento emesso dalla procura Figc all'indirizzo del numero uno della Juventus, Andrea Agnelli, per la gestione dei biglietti e le presunte connessioni con la criminalità organizzata. Tuttavia, Pecoraro insiste su un punto: «Io non posso escludere che Agnelli fosse a conoscenza dell'estrazione di Rocco Dominello. Questo per me è un indizio». In un altro passaggio, il pm federale si è detto «convinto da una serie di dati che l'incontro tra Agneli e Dominello c'è stato».

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Sugli aspetti della consapevolezza o meno, «a noi interessa che i biglietti siano stati venduti da parte di soggetti malavitosi, c'è un interrogatorio dove si parla di fondi non solo per la famiglia ma anche per quelle dei detenuti. Al di là delle intercettazioni, io mi occupo della gestione dei biglietti e abbonamenti. Se c'e' in questa gestione una permeabilità della dirigenza juventina questa non riguarda me ma la Commissione Antimafia e la procura. Una cosa è certa: i biglietti sono stati distribuiti anche a persone legate alla criminalità. Tra chi dominava nel bagarinaggio degli abbonamenti e dei biglietti, e si parla di una cifra alta, c'era anche Dominello. Il bagarinaggio è stato fatto dai malavitosi; c'è una infiltrazione della malavita organizzata, una permeabilità dell' organizzazione sociale Juventus, una infiltrazione della malavita nella gestione e nella vendita dei biglietti della Juventus; a me questo interessa».

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ROSY BINDI: LE MAFIE ARRIVANO ALLA JUVE - «A noi basta e avanza sapere che le mafie in Italia arrivano persino alla Juve, questo è chiaro». Lo ha detto la presidente dell'Antimafia, Rosy Bindi, durante l'audizione del procuratore Figc, Giuseppe Pecoraro. Bindi poi ha aggiunto: «Voglio sia chiaro un punto dopo le affermazioni che fa il procuratore in riferimento a quella telefonata (al centro delle polemiche, ndr): Pecoraro ammette oggi che in quella telefonata non si sta parlando del presidente della Juve Andrea Agnelli. Voglio che sia chiarito tale aspetto». 

LA SMENTITA DEL PM - «Il nostro ufficio si è limitato alla trasmissione degli atti richiesti dalla procura federale, senza esprimere alcuna interpretazione al riguardo». Lo afferma Armando Spataro, procuratore capo a Torino, in replica a quanto riportato dall'ANSA in merito a una dichiarazione del procuratore Figc ("probabilmente era del pm quella frase") Giuseppe Pecoraro in commissione Antimafia. Spataro dichiara che "la Procura smentisce" le affermazioni attribuite a Pecoraro «circa una asserita interpretazione fornita dal pubblico ministero ad intercettazioni in atti, evidenziando che l'ufficio si è limitato alla trasmissione degli atti richiesti dalla Procura Federale, senza esprimere alcuna interpretazione al riguardo, ciò in particolare rispetto alle conversazioni intercettate nell'estate del 2016, dunque dopo la esecuzione della ordinanza cautelare avvenuta in data 1/o luglio 2016. Le sole valutazioni attribuibili all'ufficio di Torino - conclude Spataro - sono quelle espresse dai pm nelle sedi istituzionali, quali l'audizione in Commissione antimafia, e in precedenza nei provvedimenti presenti al fascicolo».

DOMINELLO, ABBREVIATO PER "ALTO PIEMONTE" - Chiederà di essere processato con il rito abbreviato, e probabilmente di interrogare i vertici della Juventus, il presunto affiliato alla 'ndrangheta Rocco Dominello, personaggio al centro della vicenda sui rapporti tra clan e ultras. L'ambito è quello dell'udienza preliminare 'Alto Piemonte', ripresa oggi al Palazzo di Giustizia di Torino, che riguarda altri ventidue imputati. La richiesta verrà formalizzata il 21 aprile dal difensore di Dominello, l'avvocato Ivano Chiesa. Si tratterà di un abbreviato 'condizionato' all'acquisizione di alcune testimonianze ed è probabile che, per la parte che riguarda i contatti con la dirigenza bianconera, chiederà al gup di convocare dei testimoni, fra i quali non è escluso che possa figurare il presidente Agnelli.

 


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