Dybala: «Tevez mi voleva alla Juventus, avrei voluto giocare con lui»

La Joya argentina, ormai leader juventino, si è raccontato a Olé, parlando del suo rapporto con l'Apache ex Juve e citando quelli che sono stati i suoi idoli
Dybala: «Tevez mi voleva alla Juventus, avrei voluto giocare con lui»© LaPresse
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ROMA - Nella settimana in cui ha steso il Barcellona con una doppietta (nel 3-0 finale) e si è poi legato con un ricco nuovo contratto alla Juventus fino al 2022, Paulo Dybala ha raccontato a Olé alcuni retroscena della trattativa che lo ha portato a preferire i bianconeri ad altre pretendenti: «Quando mi dissero per la prima volta che la Juventus era interessata a me, non ci ho pensato un attimo a dire sì. Tevez per me è un idolo. Mi chiamò dicendo che sapeva che la Juve mi stava per comprare e che lui mi voleva. La prima cosa che gli chiesi fu: "Carlos, ma tu rimani?". Perché dicevano che io avrei dovuto colmare il vuoto che avrebbe lasciato lui, ma io desideravo giocare con lui. Carlitos mi disse che non sapeva ancora cosa sarebbe successo. Così io scelsi lo stesso di andare alla Juventus. Alla fine ciò che si diceva era vero: avrei dovuto prendere il suo posto, mentre lui andò al Boca».

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IDOLO RIQUELME - «Nell’Instituto ho giocato da falso nueve. Mi sono trovato benissimo in quella posizione, anche se adesso alla Juve gioco dietro la punta. Il mio idolo rimane un trequartista, anzi "Il" trequartista, Juan Roman Riquelme. Quando ero bambino lo guardavo in televisione e mi piaceva moltissimo. Però non l'ho mai visto dal vivo e non l'ho mai potuto conoscere. Mi piacerebbe incontrarlo. - continua poi Dybala - Una volta ho parlato con il fratello di Riquelme per poterlo conoscere, un giorno succederà. Non sono nemmeno mai stato alla Bombonera: un giorno stavo per andarci, era tutto pronto, ma sono dovuto tornare a Torino. Un giorno mi piacerebbe anche solo giocare a muro con Riquelme». 

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BUFFON E PIRLO - «Un altro mio sogno era scambiare la maglietta con Buffon. La prima volta che lo affrontai, mi avvicinai a lui, però poi mi frenai: "Che faccio? Gliela chiedo o no?". La seconda volta che lo affrontai ho fatto la stessa cosa, mentre la terza mi sono deciso. "Ce la scambiamo?", gli chiesi. Lui disse di sì. Fu indimenticabile. Un’altra maglia che volevo avere era quella di Pirlo.- ha aggiunto la Joya -. Quando gliela chiesi però, mi rispose che l’aveva promessa a un altro mio compagno che, però, vide quanto ci tenessi e me la diede. Oggi quella maglia è incorniciata e appesa a casa mia. Adesso ho io la sua 21, anche se avrei voluto la 9, ma quella era di Morata». 


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