Juventus, Buffon critico: «Due gol presi in Champions? Potevamo farne a meno»

Il portiere bianconero rilascia un'intervista al sito ufficiale della Uefa commentando i due gol subiti nel torneo internazionale: «Non c’è mai fine al peggio, ma anche al meglio»
Juventus, Buffon critico: «Due gol presi in Champions? Potevamo farne a meno»© ANSA
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TORINO - Solo due gol subiti in dieci partite di Champions League ma il portiere della Juventus, Gianluigi Buffon, non ci sta: «Potevamo - dice in un'intervista al sito ufficiale della Uefa - anche fare a meno di prendere quei due. Non c’è mai fine al peggio, ma anche al meglio». L'ambizione è sempre al primo posto per Buffon: «Bisogna sempre ambire a migliorarsi. Appena due gol subiti sono frutto di un lavoro di squadra estenuante. Di una grande capacità difensiva, rappresentata in primis dal pacchetto difensivo, ma anche da un grande lavoro dei centrocampisti e degli attaccanti. Quando una squadra è così equilibrata e prende così pochi gol, il merito è di tutti».

L'ARTE DELLA DIFESA - «Le esultanze con i compagni dopo parate o chiusure difensive. L'arte della difesa sottovaluta nel calcio moderno? Penso che l’arte della difesa sia sottovalutata quando non si hanno grandi difensori. Per esempio sia all’andata che al ritorno con il Barcellona, la Juve non mai ha fatto catenaccio. Ha giocato la partita, quando c’era da attaccare e quando c’era da difendere. E quando ci si difendeva sono emersi i valori dei singoli, ma anche la conoscenza del reparto, l’empatia che c’è tra di noi».

EMPATIA - «L'importanza di questa empatia? E' un elemento molto importante, ci conosciamo da tanto, ci stimiamo da tanto, ci "deridiamo da tanto. E’ bello anche quello. Quando entro negli spogliatoi e vedo Barzagli stanco, vado lì e gli dico: "Barza sei finito, è ora che smetti di giocare". E’ un modo come un altro per tenerci vivi, stimolarci e lo puoi fare solo quando dall’altra parte c’è un rapporto paritario, un rapporto di fiducia e di grande stima».

FUORI DAL CAMPO - «Amicizia anche fuori dal campo? Io fuori dal campo sinceramente ho sempre frequentato poco i miei compagni. Ho la mia vita, ho le mie conoscenze, ho le mie cose. A me è sempre interessato il calcio, il campo, il creare amicizie, legame, affetto. Il gioco di squadra è bello quando riesci con la sofferenza a rendere partecipi tutti della conquista di un obiettivo. Per quanto riguarda le frequentazioni fuori dal campo ogni tanto fa piacere uscire con qualcuno o con il gruppo intero, ma non è indispensabile. Certe persone, anche solo con uno sguardo, con una parola, si trasmettono la fiducia, l’amicizia, l’affetto che c’è. Senza per forza fare gesti eclatanti».

IL TRIO DI DIFESA - «Barzagli, Bonucci, e Chiellini, cosa li rende così speciali? Ognuno ha delle caratteristiche che mancano agli altri due e si assemblano in maniera perfetta. Poi non c’è ‘gelosia’ tra di noi. C’è sempre questa convinzione che spronarci l’un l’altro possa dare qualcosa alla squadra. E quindi si è veramente creato un meccanismo psicologico molto bello. Ma oltre a loro la Juve ha anche Rugani - che sarà il prossimo centrale della nazionale -, ha Benatia - che ha giocato in squadre importanti -. Per cui si è rinforzata ulteriormente. Faccio fatica a trovare in Europa un pacchetto di cinque centrali così forti».

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