ROMA - «È che Dybala non sorride mai», e questo è quanto. Può dirlo un cantautore, può dirlo un tifoso o un giornalista qualsiasi. Lo dice invece un mental coach e non è una battuta, è un parere professionale. Daniele Popolizio ha messo le mani, in senso figurato, nella mente e nel cuore di molti campioni di vari sport, calciatori compresi. Si è fatto un’idea ed è un’idea da prendere in considerazione. «Anche perché lui è ancora giovane e può crescere. Credo che se si comincia adesso a lavorare intorno ai suoi limiti, nel giro di tre mesi ci ritroveremo con un giocatore diverso». Popolizio, Paulo Dybala ha patito i paragoni con Leo Messi. «Invece non è Messi e non è Cristiano Ronaldo. Alla sua età, quei due erano già in grado di incidere su una finale internazionale. Dybala a Cardiff di fatto non è sceso in campo, così come Higuain. A differenza della Juve presa nel suo complesso, che ha ceduto nel secondo tempo perché già nel primo aveva avuto l’impressione di essere inferiore al Real e al momento della pausa ha avuto il tempo di pensare e di ingigantire dentro di sé l’immagine dell’avversario».
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Dybala rialza la Juventus: «Chi perde è sconfitto, non vinto»