Agnelli: «Allegri ha proseguito il lavoro che per altri era finito»

Il presidente della Juventus ha espresso il suo orgoglio per i risultati degli ultimi anni di fronte all'assemblea degli azionisti e ha indicato la via: «Il nostro primo obiettivo è vincere in Italia: voglio un altro Tricolore»
Agnelli: «Allegri ha proseguito il lavoro che per altri era finito»© EPA

TORINO - È il giorno dell'assemblea degli azionisti all'Allianz Stadium ed è anche l'occasione per Andrea Agnelli di esprimere il suo orgoglio per i risultati ottenuti dalla Juventus in campo e fuori. «Come società squadra e componente tecnica siamo estremamente orgogliosi - ha detto il presidente bianconero -. Mai nessuno nella storia del calcio ha vinto sei scudetti di fila e ringrazio in modo particolare  i giocatori che hanno conquistatotutti i titoli (partito Bonucci, sono rimasti Buffon, Barzagli, Chiellini, Lichtsteiner e Marchisio, ndr). Ora ci deve essere qualcosa oltre la leggenda: il primo obiettivo della Juventus deve essere quello di vincere in Italia, riconfermarsi conquistando il settimo scudetto».

Il presidente della Juventus ha esaltato il lavoro di Allegri, mandando in simultanea una frecciatina al suo predecessore, Antonio Conte: «Vorrei - ha detto - spendere una parola per Mister Allegri, per la sua capacità di portare avanti un lavoro che per altri sembrava terminato. Il dogma di questa società, l'insegnamento che abbiamo ricevuto, che ho ricevuto, che la Juventus ha nel suo dna, è che il successo più bello sarà il prossimo. E quest'anno saremo impegnati nella rinnovata sfida al settimo scudetto consecutivo, a riconfermarci in Italia e in Europa».


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Agnelli è fiero anche di quanto ottenuto al di là del rettangolo verde: «Dobbiamo essere estremamente orgogliosi anche dell'attività fuori dal campo: il fatturato di quest'anno, escludendo i trasferimenti, ha visto un ulteriore +20%, arrivando a 411 milioni; abbiamo segnato un utile storico, 42,6 milioni. In sei anni, dal 2010 al 2016 - ha ricordato Agnelli - il nostro fatturato è passato da 172 a 341 milioni di euro, con un incremento del 98%. Siamo al decimo posto, se dovessimo mantenere lo stesso tasso di crescita nel 2022 arriveremmo a 689 milioni: ne saremmo tutti molto orgogliosi, ma il risultato ci posizionerebbe al secondo posto nella classifica del 2016. La Juve vuole crescere ancora, ma dobbiamo essere consapevoli che i nostri competitor corrono veloci. Il focus per la Juventus è sempre stato, è e resterà il calcio giocato, ma per sviluppare la parte sportiva è altrettanto importante quello che avviene fuori dal campo».


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Agnelli si complimenta poi con Carlo Tavecchio, prima di fare il punto sullo stato di salute del calcio italiano confrontandolo con la situazione dei principali campionati europei: «Faccio un plauso al presidente della Federcalcio nella sua veste di commissario di Lega e ai sub commissari Uva e Nicoletti. Con estrema difficoltà abbiamo approvato un nuovo statuto che consente una governance più snella. Ieri (in Lega, ndr) c'è stato un incontro positivo, sono stati formati due gruppi lavoro e verosimilmente verrà affidata a una società di cacciatori di teste l'incarico di individuare il profilo privato dell'amministratore delegato. L'auspicio è quello di sviluppare il prodotto calcio. Qui giochiamo 38 partite l'anno più la Coppa Italia e le sfide rimangono le stesse: continuare la crescita economica e anche la crescita delle infrastrutture. La distribuzione del campionato di Serie A?. Un conto è vendere il prodotto economicamente, ma poi bisogna assicurarsi che questo venga trasmesso. Non ci è di nessuna utilità se poi non viene trasmesso o inserito in pacchetti che invoglino a guardarlo. Da parte mia va poi fatto un richiamo fermo a quello che è lo sviluppo della società e del calcio italiano: 20 squadre sono troppe e questo è un tema che viene dibattuto anche a livello internazionale. E poi vorrei sottolineare ancora l'importanza delle seconde squadre».

Queste ultime permetterebbero di assecondare anche le richieste della confederazione europea: «Il presidente UEFA ha puntato il dito contro i troppi prestiti e ha ragione, però è altresì vero che per società che operano nel sistema come il nostro ridurre il numero di prestiti significa poter avere delle squadre vere e proprie in cui poter far giocare i giovani che altrimenti non trovano sbocco. Il campionato Primavera è un buon campionato, ma non permette di produrre giovani pronti per la prima squadre Chievo e Torino hanno vinto il campionato, ma nessuno dei loro componenti ha esordito in Serie A l'anno successivo».


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BUFFON E MERCATO
Si parla poi di Buffon («Gigi sa che, quando vuole, viene nel mio ufficio e il futuro lo decide lui») e di mercato: «La leadership delle decisioni sulla durata delle finestre di mercato, deve essere della Uefa e non delle leghe nazionali», questa la posizione del presidente dell'Eca sulle finestre di mercato, commentando la posizione assunta dalla Premier League, la prima a fissare la chiusura del mercato due giorni prima dell'inizio della stagione. «Anticipando la chiusura del mercato - ha sostenuto Agnelli - si eviterebbero periodi di mal di pancia dal 20 al 30 agosto dei calciatori prossimi ai trasferimenti. Anche gli allenatori preferiscono avere la rosa a disposizione a fine luglio. C'è la volontà, ma almeno le prime cinque leghe prendano decisioni unite. La decisione della Premier ci regala un vantaggio competitivo».


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LA PRESIDENZA E IL CASO ANNA FRANK
Il presidente della Juventus ha poi affrobtato il caso Anna Frank.

 «I tifosi nessuno se li sceglie, siamo tutti schierati con il presidente Lotito - ha detto Agnelli -. Giova ricordare che due anni fa la Juventus ha finanziato uno studio Unesco contro il razzismo, il nostro impegno costante e totale poi passa in secondo piano. Purtroppo lo stadio è il posto dove certe minoranze possono esprimere opinioni non propriamente corrette. I tifosi nessuno se li sceglie, siamo tutti schierati con il presidente Lotito».

 

 

 

 

 

 


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TORINO - È il giorno dell'assemblea degli azionisti all'Allianz Stadium ed è anche l'occasione per Andrea Agnelli di esprimere il suo orgoglio per i risultati ottenuti dalla Juventus in campo e fuori. «Come società squadra e componente tecnica siamo estremamente orgogliosi - ha detto il presidente bianconero -. Mai nessuno nella storia del calcio ha vinto sei scudetti di fila e ringrazio in modo particolare  i giocatori che hanno conquistatotutti i titoli (partito Bonucci, sono rimasti Buffon, Barzagli, Chiellini, Lichtsteiner e Marchisio, ndr). Ora ci deve essere qualcosa oltre la leggenda: il primo obiettivo della Juventus deve essere quello di vincere in Italia, riconfermarsi conquistando il settimo scudetto».

Il presidente della Juventus ha esaltato il lavoro di Allegri, mandando in simultanea una frecciatina al suo predecessore, Antonio Conte: «Vorrei - ha detto - spendere una parola per Mister Allegri, per la sua capacità di portare avanti un lavoro che per altri sembrava terminato. Il dogma di questa società, l'insegnamento che abbiamo ricevuto, che ho ricevuto, che la Juventus ha nel suo dna, è che il successo più bello sarà il prossimo. E quest'anno saremo impegnati nella rinnovata sfida al settimo scudetto consecutivo, a riconfermarci in Italia e in Europa».


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