«Non posso crederci, si è ammazzato»: le anticipazioni di Report turbano la Juventus

Vicenda chiusa, ma è possibile un danno d’immagine. Lunedì su Rai3 l'inchiesta sul caso ultras del 2016
«Non posso crederci, si è ammazzato»: le anticipazioni di Report turbano la Juventus© LAPRESSE
Marco Evangelisti
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TORINO - L'inchiesta Alto Piemonte si è chiusa in estate con la sentenza d’appello. Non ha mai toccato alcun tesserato della Juventus. È il passato. Ma un passato che non muore, non se ne sta sepolto in pace, ritorna. Magari non tormenta, però pesa. Report, la trasmissione di Rai3, ne riparlerà lunedì alle 21.15 proponendo, annuncia, intercettazioni di dirigenti e calciatori. In particolare sulla morte di Raffaello Bucci, collaboratore del club, ex ultras, persino informatore dei servizi segreti. Parlò con la magistratura inquirente il 6 luglio 2016 e poche ore dopo precipitò da un viadotto dell’autostrada Torino-Savona. Suicidio, si stabilì. Quell’inchiesta puntava a scoperchiare gli interessi della ’ndrangheta nella gestione dei biglietti delle partite della Juventus. Si è chiusa con quattordici condanne. La Juventus, come dicevamo, ne è uscita totalmente indenne. Sul piano giudiziario. C’è stato un addentellato sportivo dalle minime conseguenze. Gli atti vennero trasmessi alla giustizia calcistica che qualche squalifica nel 2017 la inflisse. Anche pesante: un anno al presidente Andrea Agnelli, un anno all’allora direttore commerciale Francesco Calvo, adesso alla Roma. Poi cancellarono quasi tutto, la sospensione di Agnelli venne drasticamente ridotta, altre tolte del tutto e solo il ricorso di Calvo venne respinto. Risultò che la Juventus, a dire del club per rendere più agile l’organizzazione, aveva violato le regole sulla limitazione del numero di biglietti cedibili in unica soluzione. C'entravano contatti del club con Rocco Dominello, che i pm collegavano alla ’ndrangheta, un provino per un giovane calciatore imparentato con presunti membri di una cosca, c’entrava marginalmente l’ex amministratore delegato Beppe Marotta, sospettato solo di avere utilizzato con qualche leggerezza la sua dotazione personale di biglietti e neppure sfiorato da provvedimenti sportivi. Nulla di rilevante dal punto di vista penale. E neppure la giustizia sportiva è rimasta particolarmente turbata da quegli eventi, viste le modifiche apportate in appello ai primi verdetti.

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