Stadio piccolo, biglietto proibito

Stadio piccolo, biglietto proibito© LAPRESSE
Italo Cucci
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ROMA - C’è una gran voglia di scandalo. E Report ne trova anche nello sport. Nel calcio, ovviamente. Ma di nullo peso. Come se avesse esaurito gli scandali veri. Quelli della finanza affamatrice, della corruzione pagata dai cittadini, degli avventurieri che lucrano sulla pelle dei migranti, beh, fate voi, dateci sotto con la fantasiosa realtà quotidiana. Ma, si sa, il calcio tira più d’ogni altra esca, anche se Dagospia rivela che è il momento d’oro per il L’Ultracinquantenne Sex. Ecco, questa noterella mi attrae più dell’ultima “scoperta” dei segugi mediatici: i biglietti per vedere live la Juventus allo Stadium sono stati oggetto di improbo desiderio da parte di tifosi pericolosi più di quelli organizzati in gruppi ultrà, vale a dire appartenenti a cosche malavitose. Di mafiosi, ’ndranghetisti, camorristi e affini sappiamo da tempo quanto siano appassionati di calcio, al punto di circuire (e distruggere) note società e famosi pedatori. Del Biglietto Proibito c’eravamo interessati qualche tempo fa, quando si scoprì che la Juventus avrebbe dovuto chiedere ai visitatori dello Stadium non solo la tessera del tifoso ma anche il certificato penale. L’inchiesta giudiziaria nata in Piemonte è stata risolta con alcune condanne e tuttavia piace mettere all’Indice (d’ascolto) un club popolare come quello bianconero colpevole di aver vinto sette-scudetti-sette consecutivi (dal che il titolo di Ammazzasette affiancato alla Signora), quattro coppe Italia, un Higuain, un Dybala e un Ronaldo. È brava, la Signora, viene esaltata - ultimo Ceferin - per essersi dotata di uno stadio tutto suo ch’è una bellezza. Ma ha commesso un errore: l’ha fatto troppo piccolo per le ambizioni sue e del suo popolo, e per i successi in seguito ottenuti, sicché il bagarinaggio - spesso di livello astronomico - ha fatto sì che il Biglietto sia diventato un oggetto prezioso per i tifosi veri (già scannati da aumenti di prezzo vertiginosi) e per i malnati che vogliono un posto al sole dello Stadium per esibire accanto alla Buona Società la loro potenza. (Va detto, per inciso, che ai tempi di Calciopoli nel vecchio stadio anche noti magistrati erano abituati a circuire i dirigenti della Juventus - coproduttrice di automobili - per ottenere ancor più preziosi posti auto). Istruiti da antichi errori e dalla fame di successi, i pur abilissimi padroni del vapore bianconero avrebbero dovuto costruire uno stadio più capiente: non per quaranta, neanche per cinquanta, magari per sessantamila. Con grandiosi parcheggi. La Juve non è da Bombonera ma da Maracanà. Tanti soldi in più, uno scandalo in meno. E chissà quante Jeep bianconere vendute.


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