Moggi: «La Juve è la più potente. Var? C'è sudditanza psicologica»

Il direttore sportivo ha parlato a 'Un Calcio Alla Radio": «Ora il calcio è business. Napoli? Con me è stato vinto tutto»
Moggi: «La Juve è la più potente. Var? C'è sudditanza psicologica»© lapresse
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ROMA - Luciano Moggi a tutto tondo, dal passato ai tempi della Var, fino a Marotta e la lotta scudetto. In diretta a ‘Un Calcio Alla Radio’, trasmissione di Umberto Chiariello in onda su Radio CRC Targato Italia, il direttore sportivo ha parlato così: «Quando c'ero io, non c'erano i soldi e gli interessi che girano adesso nel calcio. Compreso il Napoli, con me è stato vinto tutto ciò che si poteva vincere. Non ho mai fatto cose strane e parlare di calcio a me interessa sempre. So soltanto una cosa: allora era calcio, adesso è business ed è tutto diverso».

TORINO-JUVENTUS -  «La Var non è una cosa attendibile, perché si parla di due arbitri, uno in campo e uno alla moviola. Sono due arbitri che dirigono in maniera diversa ed è assurdo pretendere uniformità di giudizio. L'attendibilità della VAR va provata fino a prova contraria. Un rigore per il Torino c'era sicuro, non c'è dubbio. Io non ho mai detto no alla Var, ma ho sempre detto che è una macchina soggettiva, maneggiata dall'uomo. La sudditanza psicologica esiste ed è sempre esistita. Ci sono determinate situazioni in cui si viene a pensare alla sudditanza, perché non si può pensare diversamente. La sudditanza nei miei confronti? Io sono uno che ha sempre lavorato e ha sempre raggiunto dei risultati».

MAROTTA E IL CAMPIONATO - «L'atteggiamento della Juventus nei confronti di Marotta? È finito un contratto, dove non c'è stata alcuna intenzione di rinnovarlo. Il campionato è già finito? È un discorso che lascia il tempo che trova. Otto punti di distacco sono tanti, ma la squadra è buona e l'allenatore sa il fatto suo. Mi piacciono anche i rincalzi, come Ounas che lo trovo molto interessante. Ancelotti alla Juventus? Lui fece due campionati ottimi, poi non ci furono più i presupposti. Alla mia epoca c'erano tanti poteri, ma vincono sempre i giocatori in campo. Se il potere significa saper costruire una squadra, allora la Juve è la squadra più potente. Anche il Napoli, però, si dimostra brava in questo, dato che ha sempre una squadra capace di lottare per i vertici».  


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