Benatia: «Juve, non ero felice. E con l'Atletico...»

Il difensore torna a parlare del bianconero: «Allegri mi aveva detto che aveva bisogno di me dopo il ritorno di Bonucci ma poi non giocavo. La Champions? Mi aspettavo un'altra partita»
Benatia: «Juve, non ero felice. E con l'Atletico...»© AFPS

ROMA - Dalla Juventus all'Al-Duhail. Una scelta non facile, ma alla fine in Medhi Benatia ha prevalso la voglia di giocare come racconta in un'intervista rilasciata a Sky Sport. "A dicembre ero in vacanza a Dubai. Ho parlato con mia moglie, i miei figli, che mi chiedevano sempre: 'Papa', perche' non giochi?'. Mi bruciava dentro, non ero piu' felice. Ho lasciato una squadra di amici, ai quali sono molto legato. Pero' avrei voluto dare il mio contributo sul campo", ha spiegato il difensore marocchino che non ha nulla da rimproverare a chi, di fatto, ha avuto un ruolo principale nella sua partenza, Massimiliano Allegri.

"Quando e' tornato Bonucci, sono andato dal mister, che mi ha rassicurato: Ho bisogno di te - mi diceva - avrai tempo per giocare, fai parte dei centrali piu' forti al mondo'. Poi le cose sono cambiate, ma non c'e' nessun problema fra me e lui. Anche al mister auguro sempre il meglio, non guardo mai indietro, a quello che poteva essere e non e' stato. L'ultima partita che ho fatto e' stata contro il Milan a San Siro. Difficile, perche' dovevo marcare Higuain. Ricordo tuttavia di aver giocato bene, ma la gara dopo sono rimasto fuori di nuovo".


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Nessun rancore dunque da parte di Benatia, che alla Juventus ha passato anni comunque positivi con Allegri: "Se guardiamo i risultati, ha fatto bene - dice ai microfoni di Sky Sport -. Ha raggiunto anche due finali di Champions, vuol dire che e' un allenatore bravo, che capisce di calcio. Se e' quello giusto per vincere la Champions? Spero di si', ma non lo so, non mi permetto di dare giudizi". Ha avuto il tempo per conoscere e ammirare Cristiano Ronaldo. "Quando lo guardi in allenamento, capisci che e' un campione sotto tutti i punti di vista. Lavora piu' di ogni altro giocatore, una vera macchina da guerra. Anche a livello personale e' troppo intelligente. Una persona eccezionale, di un'umilta' incredibile, che ha una grande voglia di vincere e di essere il migliore al mondo. Non e' arroganza questa. Lo diventa se tu sei convinto che la tua qualita' possa bastare, che non ci sia la necessita' di allenarsi perche' sei gia' il piu' forte".

JUVE, CON L'ATLETICO NON E' FINITA - Prima di andare via Benatia ha promesso che, nel caso in cui la Juventus raggiungesse la finale di Champions, sarebbe fra i primi ad acquistare il biglietto. Anche se con l'Atletico Madrid sara' complicatissimo rimontare lo 0-2 subito all'andata: "E' una squadra molto difficile da affrontare. Giocano poco e cercano di sfruttare solo i tuoi errori. Poi sono pericolosi su palla inattiva come si e' visto all'andata. Secondo me, per la qualita' che ha, la Juve poteva giocare molto meglio, penso a giocatori come Pjanic, Dybala, Ronaldo, Douglas Costa. Da tifoso quale son adesso, mi aspettavo che facesse la partita. Detto questo la Juve non e' finita, ha la qualita' per passare il turno e per andare in finale di Champions". (in collaborazione con Italpress)


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ROMA - Dalla Juventus all'Al-Duhail. Una scelta non facile, ma alla fine in Medhi Benatia ha prevalso la voglia di giocare come racconta in un'intervista rilasciata a Sky Sport. "A dicembre ero in vacanza a Dubai. Ho parlato con mia moglie, i miei figli, che mi chiedevano sempre: 'Papa', perche' non giochi?'. Mi bruciava dentro, non ero piu' felice. Ho lasciato una squadra di amici, ai quali sono molto legato. Pero' avrei voluto dare il mio contributo sul campo", ha spiegato il difensore marocchino che non ha nulla da rimproverare a chi, di fatto, ha avuto un ruolo principale nella sua partenza, Massimiliano Allegri.

"Quando e' tornato Bonucci, sono andato dal mister, che mi ha rassicurato: Ho bisogno di te - mi diceva - avrai tempo per giocare, fai parte dei centrali piu' forti al mondo'. Poi le cose sono cambiate, ma non c'e' nessun problema fra me e lui. Anche al mister auguro sempre il meglio, non guardo mai indietro, a quello che poteva essere e non e' stato. L'ultima partita che ho fatto e' stata contro il Milan a San Siro. Difficile, perche' dovevo marcare Higuain. Ricordo tuttavia di aver giocato bene, ma la gara dopo sono rimasto fuori di nuovo".


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