Delio Rossi: «Lo scudetto nel futuro della Lazio»

L'ex tecnico biancoceleste: «E’ la più bella dell’era di Lotito, lui e Tare sapranno come fare l’ultimo salto in avanti. E ora si può sanare la frattura con i tifosi»
Delio Rossi: «Lo scudetto nel futuro della Lazio»© Getty Images
Fabrizio Patania
4 min
ROMA - Otto vittorie consecutive. Come la Lazio di Delio Rossi nel campionato 2006/07, chiuso al terzo posto e con la qualificazione ai preliminari di Champions. Pioli ha raggiunto e può superare il tecnico romagnolo, l’unico sinora ad aver portato Lotito nell’Europa che conta. Era un’altra Lazio, orgogliosa ma bella, con meno risorse perché il tetto degli stipendi non superava i 500 mila euro, capace di giocare un bel calcio. Delio riuscì a costruire un capolavoro. Ancora oggi abita all’Olgiata, vicino a Formello, e si sente legatissimo alla Lazio. Meglio di altri può valutare il percorso di Pioli e l’evoluzione di Lotito.

Rossi, in corsa per la Champions, disse che i giocatori della Lazio dovevano mettere i tappi nelle orecchie come Ulisse per non ascoltare il canto delle sirene. Ora Pioli come dovrà gestire l’euforia della piazza?
«Come ha fatto sinora. Sono partiti da una situazione ambientale difficile, l’anno scorso ricordo la contestazione, gli striscioni “Lotito vattene”, lo stadio deserto. Quando mi chiedevano come si poteva risanare, rispondevo: in un solo modo, allestendo una squadra di livello. I risultati aiutano ad appianare. A Formello sono andati oltre le aspettative, perché passare in sei mesi da quella situazione a questa è tanto. Dovevano dimostrare. Ma la palla è ancora in gioco, ora devono continuare e raggiungere un obiettivo importantissimo come la Champions. Conosciamo Roma. Se arrivi secondo davanti alla Roma avrebbe ancora più valore, non solo perché salteresti i preliminari. Cosa fare? Restare svegli e continuare a lavorare per far sognare gli altri».

Come spiegare l’Olimpico dal deserto alla festa?
«Io me lo spiego come i 65 mila alla manifestazione “Di padre in figlio”. Erano andati a vedere il a, solo per applaudire giocatori che hanno fatto la storia della Lazio. L’amore per la Lazio non è mai venuto meno. Era sopito. Basta poco per portare la gente allo stadio, bisogna andare in campo e onorare la maglia, quello che i tifosi laziali reclamano». Cosa pensa della Lazio di Pioli? «Mi piace molto. In passato erano stati raggiunti certi risultati, ma era una squadra istant team, idonea per il momento. Questa ha ancora margini di miglioramento. E’ futuribile. Dentro ci sono giocatori che possono fare la storia della Lazio. Onore e merito a chi ha messo in piedi questo gruppo. Grande lavoro di Pioli, ci sono le basi per iniziare un ciclo come forse non ci sono mai state in passato».

La strategia fa i risultati, ha sempre detto Rossi.
«Vero. Di questo sono convinto. Se uno lavora, se uno crede in quello che fa, i risultati arrivano. Non è stato facile risorgere per la Lazio. In un ambiente in cui tutti remano dalla stessa parte si può. La diffidenza si allontana con il gioco e con i risultati».

Lotito ha indovinato ogni mossa.
«Ha indovinato le scelte con Tare, facendo tesoro di quello che mancava negli anni scorsi. I difensori centrali hanno colmato lacune evidenziate in passato. Hanno trovato un regista e soprattutto quel giocatore che non avevano e che può far saltare il banco, perché crea la superiorità numerica, decisiva nel calcio moderno. Parlo di Felipe, peraltro molto giovane. Quelli del suo livello di solito hanno già 25 anni. Mi colpisce il fatto che lui si sia affermato al contrario. Non ha fatto subito la differenza. Ha mangiato del pane duro, è stato fuori, si portava dietro una valutazione alta. Ha vissuto l’altra faccia della medaglia. E ha dimostrato carattere».


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