Lotito, fallito di nuovo il salto di qualità

Il priesidente della Lazio ha chiuso la campagna acquisti solo con il prestito di Matri, dopo il fallimento in Champions e la sonora sconfitta di Verona
Alberto Dalla Palma
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E’ Alessandro Matri, nei piani della Lazio, la soluzione ai problemi emersi nei primi due mesi di lavoro, nel corso dei quali la squadra di Stefano Pioli ha perso quasi tutte le amichevoli e i due principali obiettivi della stagione: la Supercoppa italiana (unica vittoria ufficiale della Juventus fino ad ora) e la qualificazione ai gironi di Champions League. Dopo la durissima sconfitta di Leverkusen, i biancocelesti hanno preso anche 4 gol dal Chievo in campionato: un doppio campanello d’allarme che non ha scosso il presidente Claudio Lotito e il ds Igli Tare, che forse non avrebbe preso neanche Matri dal Milan per risolvere i disagi causati dagli infortuni di Klose e Djordjevic. Ancora una volta la Lazio, arrivata ad un passo dal salto di qualità definitivo, lo ha miseramente fallito impostando un campagna acquisti al risparmio, fondata sulle solite scommese del suo Direttore (che comunque resta uno dei più grandi talent scout del nostro campionato): Patric, Hoedt e Morrison a parametro zero, più gli investimenti onerosi per Milinkovic-Savic e Kishna. Ma non sempre le intuizioni sui giovani emergenti servono per entrare tra i club più importanti d’Europa: lo ha dimostrato un prelimare di Champions dove la Lazio si è dimostrata assolutamente inadeguata per competere a certi livelli. Ed è questo che sorprende i tifosi biancocelesti, che avevano sperato di entrare in Europa direttamente con il secondo posto proprio per non passare dalla tagliola delle sfide di agosto: in palio c’erano come minimo 30 milioni di euro, a cui Lotito, di solito molto attento alla pecunia, ha rinunciato a prescidere.

Perché non investire qualche milione sul mercato per presentarsi in Champions alla grande? Se fosse andata male, poi avrebbe avuto l’opportunità di cedere uno dei suoi giocatori per rientrare delle spese. Il presidente, invece, ha puntato ancora una volta sul fattore fortuna, sperando in un sorteggio più benevolo o in una straordinaria prestazione della squadra, che dopo gli infortuni di Marchetti, Biglia e Klose si è smarrita con riserve che sono nettamente inferiori ai titolari. Ieri la Lazio ha risolto il suo problema in attacco prendendo Alessandro Matri, il girovago del gol: ne sanno qualcosa i biancocelesti, che si erano inchinati in primavera nella finale di Coppa Italia proprio davanti a una prodezza di questo giocatore. Ma basterà l’ex rossonero per rialzare una squadra che sembra essersi smarrita come il suo talento più bravo, il brasiliano Felipe Anderson? Non sarebbe stato necessario intervenire sul reparto arretrato, che ha mostrato segni di clamoroso cedimento nelle prime partite della stagione? De Vrji, Gentiletti e Mauricio, come Radu, sono in grave ritardo di condizione e Hoedt, al pari di Milinkovic-Savic e Morrison, non viene considerato - per adesso - da Stefano Pioli: Lotito e Tare avrebbero dovuto rinforzare la difesa adesso per non ricorrere ai soliti affari di riparazione a gennaio, quando potrebbe essere troppo tardi per pensare in grande. Come sempre.

 


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