Pioli: «Lazio, penso in grande e sogno di vincere»

Il tecnico dei biancocelesti nell'intervista esclusiva al Corriere dello Sport-Stadio: «La sfida di ritorno a Leverkusen? Vorrei rigiocarla con tutta la squadra»
Fabrizio Patania e Daniele Rindone
8 min

FORMELLO - È il capitano coraggioso della Lazio. Dal concerto di Baglioni e Morandi, suo ex presidente al Bologna abbracciato due sere fa al Foro Italico, al progetto costruito con Lotito e Tare, ai sogni di allenatore venuto su dalla gavetta come il suo vice Murelli, sì quello che ai tempi dell’Avellino marcava Maradona, fedelissimo anche nell’attesa, trascorsa in modo discreto nello spogliatoio. Ieri pomeriggio, sbucati dal traffico di Roma, siamo entrati nel mondo di Stefano Pioli a Formello.

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L'INTERVISTA ESCLUSIVA - Doppia seduta di allenamento appena conclusa, giornata intensa di lavoro, il solito sorriso, la passione del suo mestiere trasmessa parlandone con entusiasmo, chiarezza, anche prendendosi responsabilità e senza scappare dalle domande più scomode del nostro direttore, Alessandro Vocalelli, presente all’incontro. Cinquantuno minuti precisi di intervista, un’ora e passa compreso il backstage e la visita al suo ufficio, cinquant’anni da compiere il 20 ottobre e tanta Lazio da spiegare, partendo dal rimpianto per la Champions sfumata ai grandi obiettivi da inseguire adesso, in una stagione che pare appena ricominciata. E poi il fenomeno Guardiola, Higuain, gli esempi del Bayern Monaco, Maestrelli e l’inno della Lazio. Ha parlato di tutto o quasi, abbiamo percepito più volte il profondo amore per i colori biancocelesti e per i valori della lazialità, non a caso compresi perché prima di arrivare a Roma si era messo a studiare la storia del club che ora guida dalla panchina.

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Vincere qualcosa che significa? La Coppa Italia o l’Europa League? E in campionato cosa significa vincere?
«Vincere significa vincere una competizione, qualunque essa sia. Sarebbe importante per il nostro lavoro, per quello che cerchiamo di costruire. La Coppa Italia o altro. Vogliamo provare a essere competitivi su tutti e tre i fronti. Il campionato lo vedono tutti equilibrato, ma è difficilissimo, i valori verranno fuori. Sulla carta ci sono squadre più forti e strutturate della Lazio, ma vogliamo giocarcela con tutte. Vorrei finire come abbiamo fatto l’anno scorso quando ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti di aver dato il massimo. Se riusciremo a dare il massimo, potremo giocarci le nostre carte in tutte e tre le competizioni».

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Se facciamo riferimento alle due finali con la Juve, al derby del 24 maggio e al preliminare di ritorno con il Bayer, quale partita vorrebbe rigiocare Pioli?
«Il preliminare. Non lo dico per mancanza di rispetto, sono convinto che la squadra presentata a Leverkusen fosse competitiva, ma quella partita vorrei rigiocarla con la squadra al completo. Per il derby abbiamo ricevuto delle critiche solo per aver provato a vincerlo. Anche il preliminare ci ha fatto capire che era giusto giocarlo così, per l’obiettivo che inseguivamo del secondo posto, dovevamo solo provare a vincere».

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