Lazio, Julio Velasco: «Il derby una partita speciale»

L'ex dirigente biancoceleste: «La Lazio mi è rimasta nel cuore»
Lazio, Julio Velasco: «Il derby una partita speciale»
4 min

ROMA - Julio Velasco è intervenuto nella trasmissione radiofonica "I Laziali Sono Qua", in onda dalle 10 alle 13 dal lunedì al sabato sugli 88.100 FM di Elleradio: "La Lazio mi è rimasta nel cuore - ha detto - e so che domenica c’è la partita più attesa dell’anno. Conosco personalmente Stefano Pioli, ci siamo incontrati quando allenava qui a Modena. Ricordo che quando Sergio Cragnotti mi chiamò alla Lazio notai subito la differenza nella gestione manageriale di una squadra di calcio rispetto a quella di qualsiasi altra azienda. Nel calcio tutti sanno tutto di tutti e soprattutto tutti si sentono in dovere di dare la loro opinione. La pressione aumenta notevolmente in un contesto come questo. E la gestione di una società di questo tipo è molto più complessa. Quando la Lazio decise di vendere Signori ci fu una vera e propria sollevazione popolare, impensabile nel caso di decisioni prese da un altro tipo di azienda. La sentenza Bosman ha poi complicato ulteriormente tutto e anche la gestione di professionisti come i calciatori non è facile. A volte si pensa che basti fare la voce grossa per risolvere le situazioni, ma non è così".

"Cragnotti era un presidente presente, ma lasciava grande libertà di azione ai suoi collaboratori. Questo mi ha fatto lavorare nel migliore dei modi alla Lazio. C’era grande sintonia con Eriksson, anche se come direttore generale non vedevo chiare altre situazioni oltre lo sport che poi sono venute fuori e nelle quali non volevo avere nessun ruolo".

"Il momento più bello è stata la vittoria della Coppa delle Coppe e, subito dopo, l’ultima partita in cui si aspettava il risultato del Milan per capire se avremmo vinto o meno lo scudetto. In quel giorno, al di là dell’amarezza per la vittoria mancata, ho sentito l’affetto della gente e dello stadio. E anche della squadra, che l’anno dopo venne a salutarmi agli Internazionali di Tennis manifestandomi grande stima, qualcosa di inusuale in questo ambiente".

"I grandi campioni non lo sono mai soltanto a livello tecnico, ma anche e soprattutto a livello caratteriale. Quella squadra era piena di campioni veri, ognuno con le sue caratteristiche. Mi colpì molto per intelligenza, disponibilità e positività Luca Marchegiani, ma anche Alessandro Nesta e Christian Vieri mettevano un’enorme professionalità negli allenamenti, così come tutta la squadra. Si allenavano come se fosse una partita ufficiale. Da quel gruppo sono usciti grandi tecnici come Simeone, Mancini e Mihajlovic".

"Seguo ancora il campionato italiano e mi ha impressionato come squadre del centro-sud come Roma e Napoli stiano facendo complessivamente meglio delle grandi di Milano e Torino. Mi piace molto Sarri, si vede che sa insegnare calcio. Così come l’anno scorso la Lazio di Pioli ha espresso il miglior gioco in Italia".


"E’ impossibile dare consigli da fuori, ma credo sia altrettanto impossibile che nel Derby ci possa essere una mancanza di motivazione. Pioli dovrebbe studiare i motivi dei cali di tensione della squadra. Il dialogo con i giocatori è molto importante e diventa fondamentale in momenti come questo. La Lazio lo scorso anno era un’altra squadra. Dal confronto dialettico possono venire alla luce i motivi che hanno portato a questi problemi, senza strigliate generali. Se io accuso un gruppo di essere senza carattere, lo stronco definitivamente. Devo piuttosto chiedermi il motivo per cui chi ha carattere non riesca a tirarlo fuori in campo".


© RIPRODUZIONE RISERVATA