Alfano, Gabrielli, Lotito, Pallotta: mandate a memoria la lettera della Curva Nord. Basta svuotare gli stadi

Un’analisi impietosa e lucida di una crisi che affonda le sue radici in un serie di provvedimenti sistematicamente sbagliati: ecco che cos’è il documento dei tifosi biancocelesti
Alfano, Gabrielli, Lotito, Pallotta: mandate a memoria la lettera della Curva Nord. Basta svuotare gli stadi© ANSA
Xavier Jacobelli
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ROMA - A memoria. Mandare a memoria la lettera aperta che la Curva Nord della Lazio ha indirizzato al Corriere dello Sport-Stadio e imparare come agire per non svuotare più gli stadi, a cominciare dall’Olimpico. Ecco che cosa devono cortesemente fare Angelino Alfano, ministro degli Interni e sottoposti; Franco Gabrielli, prefetto di Roma; Claudio Lotito, presidente della Lazio; James Pallotta, presidente della Roma.

Sono trascorsi 9 anni e 29 giorni dall’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti e dall’introduzione delle norme antiviolenza la prima delle quali, altrimenti nota come la tessera del tifoso, si è rivelata il più micidiale sfollagente mai partorito da mente umana. Ma fosse solo questo il problema. L’analisi lucida, impietosa, martellante che i tifosi della Lazio tracciano di che cosa sia diventato l'Olimpico nell'Anno Domini 2016, mette a nudo le falle di un sistema che, svuotando gli stadi, criminalizzando e punendo preventivamente intere tifoserie anziché individuare e stangare solo e soltanto chi infrange il codice penale; che, puntando sulla repressione indifferenziata piuttosto che sulla prevenzione, ha pensato di risolvere ogni questione. Invece, le aggravate a una a una, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

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Il nostro sito ieri ha pubblicato le fotogallery dello stadio della capitale al tempo del vero derby, prima che il derby sparisse nella desertificazione degli spalti, infischiandosene dei diritti dei tifosi i quali, caso mai qualcuno l’avesse dimenticato, sono il primo e fondamentale patrimonio di ogni società. Sarà un caso, ma quelle immagini di gioia, di passione, di fantasia, di ironia, da un giorno a questa parte continuano ad essere le più cliccate. Altro che segmentazione delle curve, da mesi e mesi tormentone diventato gigantesca foglia di fico sotto la quale nascondere quale sia esattamente la situazione. Anche perché, dall’altra parte o non ci sentono o fanno finta di non sentire.

Oppure, peggio ancora, c’è qualcuno che forse ha la coda di paglia. Vogliamo parlare della Barcaccia deturpata nel febbraio 2015 dai barbari venuti dall'Olanda e in Olanda ritornati senza passare dalle patrie galere, impuniti e tracotanti? O delle nefandezze perpetrate dai gentiluomini travestiti da tifosi del Galatasaray che, febbraio 2016, hanno seminato panico e devastazioni in Piazza del Popolo e a Villa Borghese? E fermiamoci qui, altrimenti facciamo notte. Il derby di Roma che non c’è è il manifesto del fallimento di uno Stato debole, le cui pecche sono messe a nudo da quella lettera aperta che nessuna concione, nessun convegno, nessun dibattito socio-psico-pedagogico avrebbe potuto evidenziare meglio.

A conferma che in questo calcio bollito, ingozzato dai soldi delle tv, ma incapace di guarire i propri mali, per prima cosa bisogna ritornare a pensare ai tifosi, autentici eroi di una passione sconosciuta a chi, oltre alle bandiere, s’è venduto pure i pennoni.

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