Calciomercato Lazio, Cerci: «Un sogno ritrovare Immobile»

L'esterno dell'Atletico Madrid: «L’infortunio è alle spalle, tra un mese giocherò. Chiedo fiducia»
STAGIONE 2003-2004

- Alessio Cerci
- Daniele Corvia
- Gianluca Galasso
- Adewale Wahab
- Carlo Zotti© Bartoletti
Daniele Rindone
6 min

ROMA - Ricomincia a 29 anni, è un’altra vita: «È una rinascita, sono pronto». È un ritorno al futuro per Alessio Cerci. Non si poteva resistere alle sue incursioni, ai suoi attacchi, ai suoi gol, ai suoi colpi. Vuol tornare quel che è stato. Si era scatenato nel Torino di Ventura: 8 gol e 12 assist nel 2012-13, 13 gol e 12 assist nel 2013-14. Ma il destino è stato bizzarro. Simeone l’ha voluto all’Atletico Madrid e non l’ha fatto giocare. Sono iniziati i tormenti, prima il prestito al Milan, poi al Genoa. E il ginocchio destro ha iniziato a far male. Alessio Cerci ha resistito al dolore pur di giocare, ha pagato le conseguenze. A maggio si è operato al menisco, oggi ricorrono i cinque mesi dall’intervento. Ad agosto è stato in orbita Lazio, Lotito ha pensato di ricostruire la coppia Cerci-Immobile e chissà che non ci riprovi a gennaio. Alessio, dopo aver effettuato le visite con il Bologna, alla fine è rimasto a Madrid, è in scadenza nel 2018. Ripartirà a gennaio, è già in marcia.

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Cerci, come sta?
«L’infortunio è alle spalle, il ginocchio destro risponde veramente bene. Nel giro di un mese, un mese e mezzo, sarò pronto per giocare. Sto molto meglio e di questo sono felice, continuo la rieducazione. Ho iniziato a correre in campo, mi esercito con il pallone, effettuo passaggi, ho iniziato a calciare, svolgo un lavoro fisico più intenso. Tra qualche giorno andrò a Barcellona, è previsto un ulteriore controllo con il professor Cugat». Si prepara per gennaio, si prepara al grande rientro. «Sì, mi sento carico, sono pronto per ripartire. Questo non vuol dire avere fretta, voglio trovare una squadra che mi faccia sentire importante, la stima voglio sentirla in campo. Non cerco una soluzione a caso, sono convinto di poter fare bene, per riuscirci devo avere tutti dalla mia parte. Ci sarà bisogno di convinzione anche da parte di chi mi prenderà».

L’Atletico Madrid, poi il Milan e il Genoa in prestito, tante partite giocate stringendo i denti e il ginocchio destro ne ha risentito
«Mi sono portato dietro questo problema per un anno e mezzo. Già dai tempi del Milan mi sarei dovuto fermare, per la voglia di andare avanti non l’ho fatto. A Milano c’erano obiettivi da raggiungere e non sono un tipo che molla. Con il senno di poi mi sarei fermato, giocare e rigiocare mi ha creato solo problemi. Le prestazioni ne hanno risentito e il ginocchio è peggiorato».

Dove sogna di giocare?
«È normale, preferirei tornare in Italia, è il Paese che mi ha cresciuto calcisticamente, se troverò una soluzione rientrerò volentieri. Ma non escludo altre opzioni, non sarebbe un problema giocare all’estero. Chiedo fiducia, sceglierò chi me la concederà».

Cos’è successo a Madrid? A Torino era stato eccezionale, 21 gol in due anni
«Sono un tipo deciso, venivo da due anni eccezionali, mi sono ritrovato a Madrid e nei primi quattro mesi non ho mai giocato da titolare tranne che una volta in Coppa del Re. Questo mi ha fatto pensare, mi ha spinto a cambiare subito. Lo capisco, nei grandi club arrivi e non puoi avere la presunzione di giocare subito, sapevo che davanti avrei avuto grandi campioni, ma pensavo di meritare qualche possibilità in più».

Non ha legato con Simeone?
«Non ho avuto niente contro nessuno, ho fatto le mie scelte. Simeone mi ha sempre rispettato, faceva scendere in campo chi pensava fosse più adatto. Non giocando mai la scelta è stata obbligata. In quel periodo avevo buonissime soluzioni, ho scelto il Milan, pensavo fosse l’opzione giusta. In rossonero non è stato facile per una serie di motivi».

Prima la Lazio, poi il Bologna. Lotito ha pensato a lei in estate e con i rossoblù ha fatto le visite mediche. Perché non s’è chiuso?
«C’era l’interesse della Lazio, non erano convinti per via del ginocchio destro, vediamo cosa succederà nei prossimi mesi. Il Bologna ha calcolato i miei tempi di recupero, erano un po’ più lunghi, hanno preferito aspettare. Mi hanno dato una mezza parola per gennaio. Si vedrà anche in questo caso».

Lei è cresciuto nella Roma, in estate ha smentito di aver detto “non giocherò mai nella Lazio”
«Non sarebbe un problema giocare nella Lazio. Nella Roma ci sono cresciuto, ho bei ricordi, ma il calcio porta a fare delle scelte che diano l’opportunità di giocare. Candreva inizialmente ha avuto problemi, poi ha conquistato tutti i laziali. Il suo esempio è lampante».

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