Giorgio Chinaglia è ancora il grido di battaglia: 70 Long John

24 gennaio 1947-24 gennaio 2017. Oggi la leggenda biancoceleste avrebbe compiuto settant’anni, abbiamo voluto dedicargli questo speciale per ricordare la sua grande lazialità
Giorgio Chinaglia è ancora il grido di battaglia: 70 Long John
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ROMA - «Giorgio Chinaglia è il grido di battaglia». Un coro, questo, che ha acceso la passione dei tifosi laziali per generazioni. Long John, l’attaccante che non può passare al Frosinone, Mezzo emigrante e mezzo bad boy, è la prima vera icona biancoceleste. Era arrivato dall’Internapoli dove andava a dormire senza togliersi gli scarpini per poter calciare meglio il giorno dopo. Per i suoi tifosi è stato molto più del centravanti dei ventiquattro gol, l’eroe dello scudetto che si lanciava la palla da solo.

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È stato un simbolo di identità, un’icona di rivalsa, il centro e il cuore di una squadra divisa eppure unita, tra gol e pistole. È il bomber col fucile Winchester che si gioca il futuro in nazionale per un “vaffa” in mondovisione a Valcareggi contro Haiti nel disastro tedesco al Mondiale del 1974. È l’eroe dei tre mondi, che ha conquistato l’America dopo l’Italia e il Galles dove a scuola lo vollero nella squadra di rugby ma Ivor Allchurch, una leggenda del calcio nazionale, gli profetizza un grande futuro «Un giorno, Giorgio, tu sarai famoso come Bobby Charlton» gli dice. Il tempo gli darà ragione. E quel grido di battaglia risuonerà per anni.

Leggi l'inserto su Giorgio Chinaglia nell'edizione odierna del Corriere dello Sport-Stadio

 

 

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