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ROMA - Per la Lazio sembra diventata l’isola del tesoro, quasi un miraggio, inseguito dalla bellezza di dieci anni, nel calcio un’eternità. Sembra un incantesimo, un traguardo irraggiungibile, già accarezzato e svanito due volte sotto la guida di Reja (2011 e 2012) e l’ultima con Pioli nel preliminare di Leverkusen (agosto 2015). Tra il quarto e il quinto posto ballano 35- 40 milioni di differenza riferendosi al ricavo minimo preventivabile con la partecipazione al girone della prossima Champions, perché la cifra si può moltiplicare andando avanti e producendo risultati, come è successo nel caso della Roma, arrivata a guadagnare sino a 99 milioni (di cui 18 al botteghino dell’Olimpico dopo aver affrontato Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona e Liverpool) con la qualificazione alle semifinali. I premi per il triennio 2018-2021 cresceranno, la ripartizione precisa è ancora da calcolare. La cifra destinata al market pool si abbasserà per il contingente italiano (diviso per quattro e non più per tre), conteranno i risultati storici dei club, aumenteranno i bonus legati al campo: il premio per il pareggio salirà dagli attuali 500 a 900 mila euro, ogni vittoria nel girone varrà un introito di 2,7 milioni e l’accesso agli ottavi ben 9,5 milioni. Un giro di soldi impressionante e capace di orientare il destino di ogni società.
FUTURO - Bastano queste cifre per capire che tipo di pressione, la sera del 20 maggio, si riverserà sullo spareggio Champions della Serie A e quali responsabilità toccheranno ad arbitro e Var. Per Lazio e Inter dal quarto posto passano bilancio e futuro. Il club nerazzur- ro vive da almeno un paio di stagioni con un occhio ai paletti del Fair Play Finanziario imposto dall’Uefa e Spalletti darebbe slancio e solidità al suo progetto. Lotito produce utili e non sa cosa siano i conti in rosso, ma solo attraverso la Champions si garantirebbe un fatturato superiore e in grado di moltiplicare le ambizioni, entrando dopo la [...]
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