Lazio, sabato c'è la Juventus: Strakosha studia i colpi di Ronaldo

La scorsa stagione allo Stadium parò il rigore a Dybala, che valse i tre punti. Ora torna a Torino sognando altri miracoli, consapevole che la Juventus quest'anno può contare su Ronaldo
Lazio, sabato c'è la Juventus: Strakosha studia i colpi di Ronaldo© Bartoletti
Daniele Rindone
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ROMA - Voleva volare e volò. Fu un tuffo nell’immensità. In quel momento, al novantaseiesimo di Juve-Lazio del 14 ottobre 2017, oltre la zona Cesarini, è nata la favola di Thomas Strakosha. Era ancora un ragazzo di 22 anni che doveva realizzarsi, parò il primo rigore da professionista. Quel tuffo fu un colpo di vento. Si lanciò alla sua destra, bloccò il rigore di Dybala, sarebbe stato il 2-2. Aspettò fino all’ultimo, scelse l’angolo giusto, salvò la Lazio, cambiò la storia. Quindici anni dopo l’ultima vittoria in casa Juve, i biancocelesti dissero grazie a Strakosha. Finalmente, la Real casa, non si rivelò “maledetta”. Oggi, Strakosha, prepara un’altra Juve-Lazio, studiando Ronaldo. I numeri di CR7 vanno oltre la scienza, i suoi tiri sono missili, nel 2014 ne ha scagliato uno a 132 km/h. Punizioni con l’effetto a scendere, rigori. Tutti sanno chi è Ronaldo, di cosa è capace, quando tira il più delle volte bisogna chiudere gli occhi e sperare... Non si sa invece quanto possa ancora inventare. Sabato, alla prima a Torino, dopo il digiuno di Verona, il gol lo cercherà ossessivamente. Strakosha studia a Formello e si porta i compiti a casa per arrivare preparato, il più possibile. Il suo cuore già trilla.

IL RACCONTO - Strakosha, a Torino, s’è fatto conoscere. Dybala l’aveva battuto nella finale di Supercoppa, due mesi prima della prodezza. Il 13 agosto 2017, all’Olimpico, il numero uno della Lazio si tuffò a sinistra, fu spiazzato. A Torino, il 14 ottobre, Strakosha si tuffò a destra, immaginando (ma non solo) le intenzioni dell’argentino. La contromossa di Strakosha era nata durante la preparazione della partita. «Avevo preparato i rigori con l’analista e il preparatore Grigioni», raccontò il portiere albanese. 

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