Lazio, tutti in ritiro dopo il pari con il Chievo

Da domani squadra in clausura a Formello. Inzaghi: «L’anno scorso c’era uno spirito diverso»
Lazio, tutti in ritiro dopo il pari con il Chievo© LAPRESSE
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ROMA - Lotito, questa, la fa pagare salata. Fileranno in castigo, tutti quanti. Per la Lazio domani si apriranno le porte del ritiro, finirà in clausura a Formello. Niente riposo per oggi, è stato annullato. La squadra si ritroverà alle 10.30. Avrà mezza giornata di libertà. Da domani allenatori e giocatori saranno rinchiusi nel centro sportivo per lavorare, per preparare il match con la Samp. «L’anno scorso c’era un altro spirito, un altro atteggiamento. Penseremo ai nostri errori con calma, insieme alla società. Mi aspettavo un’altra voglia di vincere. E’ giusto analizzare questo brutto primo tempo, abbiamo sbagliato completamente l’approccio. Dovremo stare insieme e lavorare. Ci aspetta un calendario complicato, va affrontato nel migliore dei modi. Abbiamo avuto un bruttissimo approccio di cui sono il primo responsabile», ha detto Inzaghi incolpandosi. Dal sogno Champions al crollo, dal quarto posto al quinto. Un crollo di risultati, di spirito e di gioco: «Avrei voluto sostituirli tutti. E’ stato il primo tempo peggiore dei miei tre anni, non stiamo dimostrando di essere più forti dell’anno scorso! Non abbiamo mai giocato così male sotto la mia gestione! Il riposo europeo, ai titolari, ha fatto peggio! Mi prendo le mie responsabilità! Abbiamo avuto un approccio pessimo, non va bene! Abbiamo finito il primo tempo sotto e peggio non potevamo fare. Con un primo tempo del genere è giusto non vincere le partite!». Non si ricorda un Inzaghi così duro, obiettivo e netto nell’analisi. La sua desolazione riflette il momentaccio.

LE CAUSE - Lazio passiva, permissiva. Il motore improvvisamente spento, la voglia annacquata. Inzaghi, ieri, non s’è potuto aggrappare a nessuna parola, a nessun aggettivo, a nessuna frase fatta per coprire colpe, errori, magagne e carenze. Non s’è potuto aggrappare a niente. Era sceso in campo Lotito, alla vigilia, per bacchettare e motivare la Lazio. Certi interventi, non si sa mai, se siano producenti o controproducenti (così è stato). Il presidente pretendeva una reazione, adesso è nelle condizioni di punire la Lazio. Inzaghi ha ammesso le gravi colpevolezze del gruppo: «Non siamo fluidi come l’anno scorso né spensierati. Avevamo meno pressioni. Siamo la Lazio e giustamente la gente mugugna se pareggiamo contro l’ultima in classifica. Ci prendiamo i fischi». Inzaghi, per primo, ha aperto all’ipotesi ritiro: «Mi preoccupano i tre pareggi consecutivi, non vinciamo da tre partite in A. Non siamo più al quarto posto. Sapevamo della vittoria del Milan, mi aspettavo di più. Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità, abbiamo una settimana per ripartire. Dobbiamo lavorare meglio». L’analisi delle mosse, quelle in corsa e quelle iniziali: «La difesa a 4? In questo momento è un’alternativa, poi vedremo di partita in partita. E’ andata bene con questo schieramento. Correa? Cometutti gli altri doveva far meglio nel primo tempo. Nel secondo, dietro Immobile e Caicedo, ha fatto meglio. Ho tolto Radu perché era ammonito». Inzaghi ha tirato le orecchie a tutti: «Bisogna scencondo tempo. Facciamo meglio quando siamo sotto nel risultato, non è possibile. Nell’intervallo ho cambiato, avevo l’imbarazzo della scelta per farlo».

LA SFURIATA. Ha respinto cause fisiche: «Non è un problema fisico. Avevamo lasciato a riposo diversi giocatori. In un altro momento i pali di Immobile sarebbero entrati, in questo momento non entrano. Con un approccio diverso, e con un piglio diverso, si sarebbero trasformati in gol. Il nostro obiettivo è arrivare tra le prime quattro, dobbiamo crescere e migliorare». Nell’intervallo è stato poco nello spogliatoio, è piombato di nuovo in campo: «Sono stato abbastanza duro. Ho comunicato che avremmo cambiato modulo. Siamo stati costruiti per ambire ai primi quattro posti. Ci teniamo stretta la re azione, dettata dall’amor proprio. Ora battiamo la Samp».


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