Lazio, dimenticate l'anno scorso

Lazio, dimenticate l'anno scorso© Getty Images
Alberto Dalla Palma
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E adesso, dopo il deludente pareggio contro la Samp, Lotito e Tare che cos’altro si inventeranno? Un ritiro lontano da Roma per ritrovarsi oppure l’ennesimo assalto psicologico a Simone Inzaghi, quei dico e non dico agli amici che poi fanno il giro della città e arrivano alle orecchie di tutti? O magari prepareranno un altro mercatino invernale dove non può uscire dalla cassa un euro in più di quelli, eventualmente, entrati dalle cessioni? Sì, perché presidente e ds stanno dicendo, naturalmente non in pubblico, che questa Lazio è da Champions, che questa Lazio deve arrivare quarta per forza grazie agli investimenti (quali?) del club, che questa Lazio è gestita male in campo e fuori (vi ricordate il famoso: «te stai sempre a lamentà»): nel mirino, ovviamente, il tecnico biancoceleste a cui adesso non vengono perdonati gli ultimi quattro pareggi consecutivi ed, emotivamente, la figuraccia di Limassol contro l’Apollon. Lotito e Tare, invece, se amassero la Lazio dovrebbero trasmettere un altro messaggio ai tifosi: che questa squadra non può puntare ad un posto in Champions perché è nettamente più debole della scorsa stagione ma può divertirsi e divertire, senza le ambizioni e i fatturati delle due milanesi. Abbasserebbero la tensione collettiva, forse regalerebbero ai giocatori e al tecnico quella libertà di pensiero e quella spensieratezza che la scorsa stagione avevano fatto la differenza fino a pochi giorni dall’amaro epilogo dello spareggio contro l’Inter.

Perché la Lazio è più debole? Non ci vuole molto per capirlo: in campo, Milinkovic e Luis Alberto non ci sono più. Colpa di Inzaghi? Noi pensiamo di no. Il serbo e lo spagnolo, con Immobile, avevano proiettato la squadra oltre ogni confine immaginabile nell’estate del 2017. E in difesa c’era De Vrij, colpevolmente trascinato dalla società fino alla scadenza del contratto, quando ha salutato la compagnia e ha scelto di andare in Champions prendendo l’unica strada possibile: firmare per l’Inter. Oppure Lotito e Tare, che oggi mettono sotto pressione Simone oltre ogni limite, pensavano di rimediare alla partenza del fuoriclasse olandese con Acerbi, un buon difensore (con qualche amnesia) ma non certo all’altezza del suo predecessore? Non c’è più neanche Felipe Anderson, che sta conquistando la Premier a suon di gol e assist, ma vogliamo dare a Correa il tempo per diventare un top player, convinti che sia davvero un ottimo giocatore. La differenza con la stagione scorsa, dunque, sono proprio Milinkovic, Luis Alberto e, appunto, De Vrij: ma come è possibile pretendere gli stessi risultati senza tre giocatori del genere? Eppure, nonostante gli ultimi quattro pareggi, la Lazio è ad un passo dalla zona Champions (un miracolo) e ha passato il turno con largo anticipo in Europa League. E il merito di questo risultato tecnico, ottenuto sul campo, mica sarà di Lotito e Tare, o no? Le Ferrari sono altre, non cerchino di incantare i tifosi che sono molto più svegli e preparati di quello che pensano.


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