Lazio fantasia, la chiave è Luis Alberto

Funziona la formula con un solo mediano. Conta la qualità. Lo spagnolo ha riacceso la luce: è il play offensivo, con due punte davanti fa ancora più differenza
Lazio fantasia, la chiave è Luis Alberto
Fabrizio Patania
3 min

ROMA - La formula fantasia funziona. Conta la qualità. Premiato il coraggio di Inzaghi. La Lazio, con un attaccante in più e un mediano in meno, ha ripreso a macinare gioco, crea occasioni, si avvicina alla porta, è tornata a essere imprevedibile e pericolosa. Non a caso, nelle statistiche dei cinque campionati top in Europa, si è riavvicinata alle cifre del Manchester City. La chiave è Luis Alberto. Ha riacceso la luce, si muove da play offensivo, si è risvegliato dopo il torpore dei mesi scorsi e ha ripreso a dipingere e inventare calcio. Determinante. Strategico. Indispensabile perché nel sistema di gioco costruito da Simone Inzaghi, quel 3-5- 2 con due esterni di fatica sulle corsie esterne, è fondamentale il contributo del trequartista. Inventa soluzioni, aggiunge qualità, rifinisce la manovra per vie centrali. La Lazio, mantenendo equilibrio tattico, si è sbloccata e ha ritrovato il gusto del gioco con i suoi trequartisti, di nuovo vitali e centrali, come interni offensivi di centrocampo, protetti solo da un mediano: era stato Parolo con il Cagliari, è toccato a Leiva con il Bologna.

CIFRE - Sono arrivate due vittorie consecutive e ci sono altrettante considerazioni ovvie da sottolineare. La Lazio ha piegato due squadre in difficoltà, non bisogna dimenticarlo. E lo scatto di Luis Alberto, tornato ai suoi migliori livelli, è indipendente dal modulo. Le cifre dello spagnolo al Dall’Ara sono da applausi. Top player della partita al tiro (5), come tocchi di palla (ben 107) e nei passaggi (71 indovinati su 84, 31 su 38 offensivi). Dai suoi piedi e dalle sue idee è transitata e si è illuminata la manovra della Lazio. Ora il Mago sta bene. Ha superato i problemi fisici, si è liberato mentalmente dalle incertezze e dalle insoddisfazioni che lo avevano condizionato da agosto a novembre. Il periodo di involuzione è stato superato. Sarebbe accaduto anche se Inzaghi non avesse modificato l’interpretazione (da difensiva a offensiva) del progetto tecnico della Lazio.

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