Parolo: «Non puoi capire Roma se non vivi almeno un derby»

«Nelle settimane così non si sente nessuno. Con i compagni di nazionale romanisti ci si saluta a fine partita» ha detto il centrocampista biancoceleste
14 - Marco Parolo, 14691 minuti in 171 partite© LAPRESSE
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ROMA - Il derby di Roma si sente nell'aria. Nella settimana prima del match, "a Roma cambiano gli occhi delle persone. Si trasformano, diventano adrenalinici, qualcosa di molto intenso e quando poi vieni a vivere qui, in qualche modo lo fai tuo". Così Marco Parolo in un'intervista concessa alla piattaforma di streaming DAZN, che trasmetterà la partita sabato alle 20.30. Ha scelto tre parole, il centrocampista della Lazio, che recupererà la sfida contro l'Udinese il 10 aprile, per raccontare la partita. "Energia, perché è una partita che ti prosciuga, se fossi un tifoso a fine derby avrei bisogno di tre giorni di riposo. Roma, perché non puoi capire la città se non vivi almeno un derby e poi speranza, quella di vincere ovviamente".

LA VIGILIA - La vigilia del derby è diversa dalle altre. Non c'è spazio per messaggi o saluti con i compagni di nazionale della Roma, spiega Parolo. "Non si sente nessuno. Ci si saluta a fine partita, poi succede sempre che chi vince va a salutare quello che perde, che chiaramente non ha voglia di salutarlo" racconta. Il derby è condivisione, trasmissione di una stessa passione tra i giocatori e i tifosi. Per questo, confessa, non gli piace particolarmente scambiarsi la maglia con un avversario a fine partita. "Sono un po’ reticente a farlo in campo. Preferisco farlo negli spogliatoi, sotto la curva preferisco andare con la maglia della Lazio".

LA MOTIVAZIONE - La motivazione non manca di certo. "Non ho mai pensato di usare un mental coach" ha spiegato Parolo. "Ho fatto un mio percorso, ho vissuto alti e bassi e ho avuto la forza di capire i miei errori e il perché li abbia fatti. Alla fine devi fare delle grosse analisi su te stesso, confrontandoti con allenatori e giocatori più esperti, perché poi in campo devi rispondere tu delle tue azioni, non puoi appoggiarti a una figura esterna" ha detto.

ROMA POCO PAZIENTE - Roma, ha ammesso, è effettivamente una città poco paziente. "E’ giusto che la gente critichi, fa parte del nostro mondo, ma tu devi saper tenere un tuo equilibrio" ha detto. "Ricordo il primo anno di Pioli, contro la Samp in casa durante il riscaldamento avevo sentito qualche fischio per dei tiri fuori, poi in partita ho segnato e a fine stagione sono arrivato a 10 gol. Sono momenti in cui devi saper tirare fuori qualcosa in più". 


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