Lazio, il capolavoro di Simone Inzaghi

Lazio, il capolavoro di Simone Inzaghi© Getty Images
Alberto Dalla Palma
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ROMA - Sembrava infinito l’incubo della Nord, un solo successo negli ultimi 12 derby di campionato ma una data indelebile nella storia del calcio romano: 26 maggio 2013, Coppa Italia biancoceleste, trionfo chissà per quanti anni ancora senza una rivincita. Era questa e sarà per sempre questa la bandiera sventolata dal laziale davanti al suo nemico ma stava diventando davvero pesante l’astinenza da derby: un capolavoro di Caicedo, un rigore di Immobile, in una singolare staffetta tra goleador, il capolavoro di Cataldi per la prima grande vittoria della Lazio in una stagione ancora difficile da interpretare. Ma un 3-0 nel derby può cambiare la storia, regala emozioni indelebili, benzina nel cuore e nelle gambe: la Champions non è più un miraggio e poi c’è quella semifinale di Coppa contro il Milan che può aprire un orizzonte biancoceleste come il cielo di Roma.

Possiamo parlare di un capolavoro tattico di Inzaghi, che ha preparato la sfida contro la Roma in ogni minimo dettaglio. Stupisce che abbia vinto il derby con l’uomo che Di Francesco aveva individuato alla vigilia come il più difficile da contenere e da marcare. E aveva ragione, l’uomo-partita è stato proprio El Tucu con due lampi decisivi e devastanti: l’assist a Caicedo pochi istanti prima del commovente abbraccio a Davide Astori e lo scatto che ha costretto Fazio a commettere il fallo da rigore, poi realizzato da Immobile. Simone ha sempre tenuto Correa nella zone dei due difensori centrali giallorossi proprio per metterli in difficoltà con le sue ripartenze. E Di Francesco, che conosceva queste qualità, non ha trovato mai la contromossa giusta per arginare l’argentino: ha scelto l’uomo partita il venerdì pomeriggio e il sabato sera lo ha visto mettere in ginocchio la sua squadra.

ROMA TRAVOLTA, IRONIE E SFOTTO'

Ci sono stati momenti in cui si è rivista la Lazio della stagione scorsa, quella dei tocchi magici di Luis Alberto, delle sponde di Milinkovic, della solidità di Leiva, della rabbia di Immobile e della generosità di Felipe Caicedo, che della sua squadra è innamorato talmente tanto da accettare esclusioni e sostituzioni con la stessa serenità con cui festeggia un gol come quello di ieri sera, nel cuore dell’Olimpico, dove è stata riscritta la storia del campionato. Una notte speciale, che cancella le amarezze degli ultimi mesi. La Lazio sembrava sparita dopo la sconfitta nello spareggio Champions di maggio contro l’Inter: rinviato un’altra volta, dopo quel ko, il salto di qualità che il popolo biancoceleste merita da una vita e che il presidente Lotito non organizza e non celebra. Ci vuole il quarto posto, forse, per dargli una spinta ma nemmeno questo è certo: vinto il derby sul campo, inizia adesso per la Lazio un altro derby a distanza per il quarto posto che si concluderà il 26 maggio. Già, il 26 maggio...


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