Papà Inzaghi: “Che gioia i miei figli allenatori. Ve li racconto”

Giancarlo è orgoglioso di Simone e Pippo, allenatori vincenti di Lazio e Benevento insieme in Serie A: “Vivono il calcio con passione. Si sentono 2-3 volte al giorno”
Papà Inzaghi: “Che gioia i miei figli allenatori. Ve li racconto”© Getty Images
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ROMA - Due fratelli prima calciatori, oggi allenatori. Simone e Filippo Inzaghi ora vincono e fanno carriera in giacca e cravatta. Alle spalle sempre la famiglia, con papà Giancarlo che li ha ogni volta supportati. Da piccoli, quando iniziavano la loro avventura nel calcio giocato, e da grandi, quando i due hanno intrapreso la vita da tecnici. Sabato all’Olimpico si sono incontrati. Lazio contro Benevento per un’amichevole pre campionato aspettando la vera sfida di dicembre. E Giancarlo, ai microfoni di Radio Incontro Olympia, ha raccontato felice: “È sempre un’emozione vederli contro anche perché sono due fratelli che si vogliono un bene incredibile ed è bellissimo. In casa parlano sempre di calcio, anche se in maniera pacata e con giudizio”.

Due esempi

“Non mi arrabbio con loro per quello che danno al calcio italiano: sono esempi per competenza e cose fatte. Si meritano tutto quello che hanno ottenuto. Ci sono annate migliori e peggiori, ma vivono il calcio con una passione incredibile. Le squadre sono fatte da tante cose, c’è da lavorare e lottare e spero che sia un’altra annata di grandi soddisfazioni anche se sarà difficile soprattutto per il Benevento che viene dalla B. Per Simone spero che si mantenga sui livelli dello scorso anno. La scorsa stagione ho sofferto meno, quest’anno sarà più difficile”.

Due caratteri diversi

“Simone? Nessuno immaginava che potesse raggiungere questo livello. Ha fatto cose incredibili con la Lazio e i tifosi gli vogliono bene. Pippo adesso è sindaco di Benevento (ride, ndr). A lui non interessa l’ingaggio, ma solo lavorare e vedere i suoi mettere impegno. Sono gli uomini che fanno le squadre, ma entrambi mettono tutto in panchina. Li vedo molto simili in questo modo di lavorare sul campo. Simone sembra più distaccato, finita la partita quando perde lo sento subito e sembra che non sia successo niente. Poi la moglie Gaia mi chiama e mi fa capire il contrario. Pippo aspetta un’ora e mezza per chiamarmi perché per tutto quel tempo parla della partita con i suoi. Il pareggio dell’Olimpico? Si erano messi d’accordo a cena per pareggiare (ride, ndr). Ci tenevano tutti e due a far risultato, ma è bello vederli insieme. Tra loro c’è un rapporto che non può capire nessuno, si sentono due-tre volte al giorno per darsi consigli a vicenda”.


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