Serie A Milan, ma Berlusconi merita tutti questi attacchi?

È il presidente del Milan che ha vinto di più eppure nel calcio sembra non ci sia spazio per la memoria. Dai trionfi alle critiche feroci: l’analisi di un cronista che lo segue dal 1986
Serie A Milan, ma Berlusconi merita tutti questi attacchi?© Getty Images
Furio Fedele
4 min

MILANO - Vox populi, vox dei. Le sentenze più dure e pure della storia del Milan sono state sempre affidate ai suoi tifosi. Fin dai tempi (1986) dell’avvento di Silvio Berlusconi favorito dalla fuga di Giussy Farina e dal dissequestro delle azioni (valore 7 miliardi delle vecchie lire) da parte di Gianni Nardi. A 30 anni di distanza ci risiamo. Esaltato e alimentato dai social e da un orgoglio mai sopito, il popolo rossonero è in piena ribellione. Una protesta trasversale che non conosce ceto, religione, fede politica, etnia e latitudine. In un intrecciarsi di dialetti dove quelli del profondo Sud Italia addolciscono lo slang lombardo-veneto la protesta è dilagante. Con picchi di dissenso e di rifiuto nei confronto dell’attuale proprietà che valicano ampiamente anche la soglia del 90 per cento.

ASSALTO - Con un’azione chirurgica e premeditata la ribellione si è manifestata nella sua durezza giovedì pomeriggio a Casa Milan. L’associazione piccoli azionisti ha colpito con incredibile precisione tutti i punti deboli e oscuri (ritenuti tali) di una gestione che negli ultimi 3 anni ha fatto buchi in tutti i sensi, da tutte le parti. In campo e fuori. Silvio Berlusconi e Adriano Galliani sono stati messi alla berlina, alla gogna mediatica. Senza pietà, senza riconoscenza. Come è nello stile della milanesità più vera e sincera: non importa cosa hai dato e cosa potresti dare. Ci interessa sapere cosa stai facendo... Poco o nulla, di certo, vedendo gli ultimi risultati. Primi fra tutti i calciatori che domenica saranno al centro di una contestazione assai intensa. Ne sa qualcosa il capitano Riccardo Montolivo immortalato in un’immagine (icona sui social) dove si scansa in barriera quando la punizione di Silingardi batte Donnarumma al 50' st per un’altra fatal Verona. Una petizione on-line ha raccolto oltre ventimila firme affinchè non gli venga rinnovato il contratto in scadenza.

SENZA PIETA’ - Chi vi scrive ha avuto la fortuna e il privilegio, grazie al Corriere dello SportStadio, di vivere e seguire l’epopea berlusconiana in tutta la sua magnificenza. Intriso da una fede rossonera che gli ha fatto apprezzare ancora di più i trionfi rendendo le (rare) sconfitte. «Io c’ero» il 18 luglio 1986 quando il presidente Berlusconi atterrò all’Arena di Milano sul suo elicottero con la «rosa» di allora aviotrasportata sulle note della «Cavalcata delle Valchirie» di Richard Wagner. Gli davano del visionario, del megalomane, del parvenu... Ha conquistato l’Italia, l’Europa e il mondo con il suo Milan nel breve volgere di 4 anni. Alla sua corte ha chiamato una decina di Palloni d’Oro. Alcuni di loro (Van Basten, Shevchenko, Kakà...) lo sono diventati vestendo proprio la maglia del Milan. Rivaldo, Ronaldo e Ronaldinho li ha voluti e strapagati a dispetto di una carriera ormai quasi sfiorita... Eppure il Milan ha continuato a vincere con e senza parametri zero.

GALLIANI - Giovedì pomeriggio Galliani è stato lasciato solo a sfidare, silente, l’ira dei piccoli azionisti. Anche se buona parte delle accuse rivolte dallo 0,04 per cento delle azioni rossonere erano rivolte alla Dinastia Berlusconi. L’ad, fedele e devoto a Re Silvio fin dai tempi in cui veniva definito Sua Emittenza, ha preferito incassare senza fare una piega. Anche quando sono state esplicitamente chieste le sue dimissioni congiunte a quelle del presidente rossonero. Sicuramente si sta chiudendo un ciclo. Ma, a differenza della meteora Farina, qui c’è solo da ricordare il meglio che si sia visto nel calcio europeo. Trent’anni (meno tre) non meritano di essere cancellati. Tanto meno in questo modo.


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