Serie A, Brocchi: «Continuerò con la mia idea di calcio al Milan o altrove»

Il tecnico dei rossoneri: «Se non raggiungeremo l'Europa sarà un fallimento per tutti. Anche i grandi allenatori all'inizio hanno avuto delle difficoltà»
Serie A, Brocchi: «Continuerò con la mia idea di calcio al Milan o altrove»© ANSA
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MILANO - «È un momento difficile per tutti, è normale che ci siano a volte delle delusioni che portano a fare delle considerazioni. Ma ribadisco: io non tocco i giocatori, e se non mettono in campo ciò che chiedo devo prendermi la responsabilità». Così Cristian Brocchi ha risposto a chi domandava della delusione del presidente Silvio Berlusconi incanalata verso i giocatori del suo Milan. «Il presidente vuole vedere un Milan diverso, che vince e nonostante le grandi critiche che gli piovono addosso in questo momento, neanche il mio più chiaro amico che va in curva e si taglierebbe un braccio per il Milan, lo ama quanto Berlusconi», ha spiegato l'allenatore rossonero, che nelle ultime

tre giornate di campionato deve conquistare i preliminari di Europa League tenendo a distanza il Sassuolo, lontano un punto. «Se ci dovesse essere un fallimento, avrei fallito io, i giocatori, come tutti - ha chiarito Brocchi -. Io e lo staff ci stiamo mettendo impegno totale, lasciamo Milanello solo 8-9 ore per andare a casa a dormire. Stiamo cercando le chiavi giuste, a fine stagione tireremo le somme».

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«CONTINUERO' CON LA MIA IDEA DI CALCIO» - «La mia idea di calcio è che gli spettatori allo stadio non devono vedere una squadra chiusa dietro per ripartire. Continuerò a percorrere questa strada, qua o altrove». Brocchi ribadisce che insisterà sulla sua filosofia per provare a conservare la panchina del Milan, pur sapendo che «in questo momento il risultato è troppo importante. In Italia è la regola numero 1. Se giochi così così ma vinci hai fatto una grande partita». Domani contro il Frosinone «dobbiamo ottenere i tre punti, ma non significa che chiederò alla squadra di stare arroccata per vincere in contropiede», ha chiarito l'allenatore promosso tre settimane fa dalla Primavera alla prima squadra rossonera: «Chi direbbe di no se il capo gli prospettasse un ruolo di massimo livello? Non posso dire che il tempo abbonda, ma anche grandi allenatori hanno avuto difficoltà all'inizio: Sacchi ha svoltato a novembre, Guardiola ha fatto fatica all'inizio, Sarri ci ha messo due mesi e mezzo prima di far iniziare a giocare il Napoli. Ma non può essere una giustificazione. Ieri - ha aggiunto - mi sono divertito a vedere la nostra Primavera, ha giocato un bel calcio e ha perso il derby. L'Inter guarda più alla fisicità e alla concretezza. Io ho le mie idee, continuerò a percorrere questa strada qua o altrove».


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